Post in differita da ieri pomeriggio.
Sono su un treno e per una volta c'è qualcosa di peggio di cui parlare. Insomma, la brutta notizia non è che sto viaggiando con Trenitalia lungo l'infinita tratta Roma-Trieste. La brutta notizia è che nelle ultime ore mi sono proprio voluta male.
Sono su un treno e per una volta c'è qualcosa di peggio di cui parlare. Insomma, la brutta notizia non è che sto viaggiando con Trenitalia lungo l'infinita tratta Roma-Trieste. La brutta notizia è che nelle ultime ore mi sono proprio voluta male.
Intanto ho finito di leggere l'ultimo libro della Mazzantini: Nessuno si salva da solo. E, a commento di ciò, aggiungerei anche "E sticazzi". Bello, eh, per carità. Molto. Ma, tanto per darvi un'idea, cito la quarta di copertina:
"- Dillo.
- Cosa?
- Dì che non mi ami più. Dillo adesso che siamo in pace… così me lo faccio scendere.
Gli sorride con quei denti che si sono ingoiati il paradiso.
- Non ti amo più, Gaetano.
Annuisce e ride con lei…poi gli occhi si fermano e si gonfiano di tutto, come quelli dei bambini.
- Dillo anche tu.
- Io non lo posso dire.
- Dillo.
- Non ti amo più, Delia.
- Lo vedi…lo possiamo dire."
Diciamo che se sei già incline al suicidio (tipo perché ti sei appena separato), non è proprio un'iniezione di ottimismo. Poi ho insistito ascoltando un paio (no, dico, un paio!) di album dei Baustelle. Non so perché, vi giuro. Erano là nell'iPod, infidi, sotto la lettera B, e mi sono partiti quatti quatti dopo la raccolta di Barry White. Quindi cercate di immaginare: io sul treno, altezza Bologna, che passo dal mood Jimmy Z degli anni Ottanta al decadentismo paranoico di oggi. Dalla cocaina all'eroina. E senza assumerle.
E poi cazzeggio col computer, che è domenica e non lavoro. E continuo a farmi del male, perché faccio quella cosa balorda che faccio quando ho bisogno di un po' di adrenalina. Leggo il sito del Giornale e del Manifesto. Affianco le finestre e mi sparo questo trip incredibile. Oggi c'era da godere parecchio, in effetti. Solo che poi questa esperienza ti lascia esanime sul sedile. E cerchi di tirarti su pensando all'ultimo libro che hai letto o all'ultima canzone che hai ascoltato.
Ma insomma, dopo aver letto l'editoriale di Feltri sul Giornale, che titolava "Altro che indignati, sono criminali" e quello di Valentino Parlato sul Manifesto, che titolava "Una epoca nuova", ho cercato di farmi un'opinione equilibrata in merito a quello che è successo ieri a Roma. Che poi ero là anche io, e un po' d'indignazione ce l'avrei avuta, eh. Sono andata a trovare una cara amica, incinta di 7 mesi, e per un attimo abbiamo pure pensato di affiancarci al corteo, di ingrossarne le fila (che nel suo caso - ma anche nel mio, pur non essendo incinta - sarebbe riuscito benissimo). Siamo scese dalla metropolitana e abbiamo saputo che si stava scatenando la guerriglia urbana. Così, abbiamo ripiegato su un surreale giro per le vie deserte della città, lontano dai tafferugli, ingrossando le fila di quelli che passeggiavano per via Condotti, in cerca di una boutique dove spendere dai tre ai cinquemila euro.
Ora, riavutami dallo choc di aver letto per intero un editoriale di Feltri (il suo pensiero più illuminante: "Quello dei giovani è sempre stato un falso problema che si risolve lasciandoli invecchiare."), e da quello di Parlato (a proposito degli scontri: "è bene, istruttivo che ci siano stati. Sono segni dell'urgenza di uscire da un presente che è la continuazione di un passato non ripetibile."), mi pongo delle domande.
Tipo: ma per fare il black bloc c'è un corso? Cioè, come fai a diventare black bloc? Ti iscrivi? Su facebook? Cioè, questi qui si saranno coordinati, si saranno dati un appuntamento da qualche parte, tipo come quando ci sono i flash mob. Insomma, non saranno un'entità aliena che si materializza improvvisamente solo durante le manifestazioni (solo durante alcune: quelle italiane). Quando sei un black bloc che vita fai? Quando non devi incendiare un cassonetto per esempio, come impieghi il tuo tempo? Leggi? E cosa leggi? Immagino non la Mazzantini. E che musica ascolti? Forse i Baustelle sì. Di sicuro non Barry White. Che guardi in tivvù? Perché ce l'avrai una tivvù. E non posso credere che tu non abbia mai dato nemmeno una sbirciatina al Grande Fratello. Su dai, ammettilo che per cinque minuti ci hai pensato anche tu a come sarebbe stare in quella casa, senza niente da incendiare. O forse sei veramente un duro e puro: senza tivvù, senza computer, senza telefonino, senza casa, senza lavoro. Una situazione molto simile a un sacco di gente che invece sfilava pacificamente nel corteo. Però il black bloc spacca tutto, lancia sampietrini, incendia cassonetti, prende a mazzate le macchine posteggiate. "Non chiediamo un futuro, ci prendiamo il presente" dicono in uno striscione. Ma si saranno messi d'accordo per fare quello striscione, no? Cioè, uno avrà detto: "Oh, chi porta lo striscione? Che ci scriviamo su?" Avranno fatto un brainstorming. Si saranno telefonati.
"Metti fuck the system"
"Noo, già sentito"
"Allora metti 'spacca tutto'"
"No, troppo semplice, quello lo scriviamo sui muri con lo spray, che fa più scena"
"Elaboriamo un concetto simbolico"
"..."
"..."
"Chiamiamo un'agenzia di pubblicità?"
Ecco, io vorrei sentire le intercettazioni dei black bloc. Quello vorrei sapere. Che le conversazioni tra le giovani adepte del pdl hanno un po' stufato. Possibile che dei black bloc non si sappia niente? Qualcuno lo hanno arrestato. Me lo intervistate per favore? Mi dite chi è e che ha in testa, a parte il casco? Ma interessa solo a me dare un volto e un nome alla causa di tutto questo? Cioè, mi pare abbastanza importante sapere, capire, punire. Così magari ci evitiamo pure altri editoriali di Feltri. O di chi ci specula su.
E infine, siccome siamo su Donne in ritardo, mi chiedo: ma esistono le black bloc donne? O sono tutti maschi? In quel presente che vogliono prendersi subito, hic et nunc, ci sono le pari opportunità? O il presente se lo prendono con tutto lo schifo che c'è dentro? A scatola chiusa. E le donne black bloc che ruolo hanno all'interno di questa pseudo organizzazione? Lavano le magliette dopo le manifestazioni? Preparano gli ingredienti per le molotov? Stanno nelle retrovie a curare i feriti, oppure stanno indistintamente in prima linea?
Vi lascio, oltre che con questi brillanti interrogativi, con la testimonianza di una donna al corteo. Molto indignata, a questo punto, un po' per tutto.
Leggete qui.
"Metti fuck the system"
"Noo, già sentito"
"Allora metti 'spacca tutto'"
"No, troppo semplice, quello lo scriviamo sui muri con lo spray, che fa più scena"
"Elaboriamo un concetto simbolico"
"..."
"..."
"Chiamiamo un'agenzia di pubblicità?"
Ecco, io vorrei sentire le intercettazioni dei black bloc. Quello vorrei sapere. Che le conversazioni tra le giovani adepte del pdl hanno un po' stufato. Possibile che dei black bloc non si sappia niente? Qualcuno lo hanno arrestato. Me lo intervistate per favore? Mi dite chi è e che ha in testa, a parte il casco? Ma interessa solo a me dare un volto e un nome alla causa di tutto questo? Cioè, mi pare abbastanza importante sapere, capire, punire. Così magari ci evitiamo pure altri editoriali di Feltri. O di chi ci specula su.
E infine, siccome siamo su Donne in ritardo, mi chiedo: ma esistono le black bloc donne? O sono tutti maschi? In quel presente che vogliono prendersi subito, hic et nunc, ci sono le pari opportunità? O il presente se lo prendono con tutto lo schifo che c'è dentro? A scatola chiusa. E le donne black bloc che ruolo hanno all'interno di questa pseudo organizzazione? Lavano le magliette dopo le manifestazioni? Preparano gli ingredienti per le molotov? Stanno nelle retrovie a curare i feriti, oppure stanno indistintamente in prima linea?
Vi lascio, oltre che con questi brillanti interrogativi, con la testimonianza di una donna al corteo. Molto indignata, a questo punto, un po' per tutto.
Leggete qui.
Hanno fermato anche delle donne...le quote rosa dei black bloc esistono eccome, e mi sa tanto che non stanno solo a fare il bucato...
RispondiEliminacomunque anche a me piacerebbe sapere di più su queste teste di casco (forse sono troppo gentile).
La cosa che più mi irrita è che hanno reso vano il significato della manifestazione, che non era da poco. Un Paese ormai stanco scende in piazza, finalmente. E poi arrivano loro, a rovinare tutto, a dare una nuova opportunità a Feltri e co. di dire le solite trite e ritrite puttanate.
E poi con sta storia "andate a lavorare invece di manifestare". Primo (per tanti): ad aveccelo un lavoro. Secondo (per i fortunati che ce l'hanno): ma voi al sabato lavorate per caso?
Cara Benedetta,
RispondiEliminaMi fa piacere che tu abbia inserito il link al mio blog anche se ci tengo a sottolineare che non tutto di ciò che diceva Parlato sul Manifesto era sbagliato..e se leggi i link che ho inserito al Blog (NoTav e Wu-Ming), più i commenti al mio post, te ne potrai rendere conto.
Le cose sono molto pù complicate di quelle che vediamo e sentiamo, anche di quelle che puoi testimoniare direttamente.
La discussione sui Blak blok, che come dicono alcuni, non c'erano è piuttosto inutile, ormai. Di certo, mandare a fuoco auto o tirarci addosso cose, non ha senso e non ha senso nella lotta o in un progetto di resisteza, che può essere non più verbale ma pratica.
Bisogna chiedersi però, le altre migliaia di persone che poi si sono scontrate con la polizia, le cariche strategiche e solo dopo aver lasciato andare tutto a ferro e fuoco, le dichiarazioni "preventive" di Draghi e di Maroni, tanto per citarne alcune..bisogna chiedersi talmente tante cose che già ieri mi chiedevo (appunto) se avessi fatto bene ad esprimere solo una parte del mio sentimento, una parte di quanto accaduto e a caldo.
C'è anche da dire: e ora? La situazione non andrà migliorando. I politici, di qualsiasi schieramento, stanno ignorando il messaggio di chi si è rivoltato (non dei poveracci, assoldati-da chi?-che ho visto io) e questo sarà un problema per tutti. E' solo l'antipasto, o l'aperitivo..e purtroppo, per quanto mi riguarda, mi sento così piccola impotente da non poter far nulla. Nemmeno "catturare" la verità complessa dell'accaduto.
Mah, non so se le cose sono poi così tanto complesse. C'è una crisi mondiale che denuncia un modello di crescita e sviluppo ormai non più sostenibile: non possiamo più permetterci di sovrapprodurre per mantenere alti gli standard del benessere ai quali siamo abituati, perché i costi in termini di persone e ambiente sono diventati troppo alti. Il sistema si deve fermare e ristrutturare pesantemente.
RispondiEliminaTutto il resto, a cominciare dalle speculazioni finanziarie, è un insieme di spie che qualcosa sta scricchiolando. Che non si sa più dove andare a prendere i soldi.
Detto questo, c'è la resistenza di chi si adopera per mantenere il più possibile lo status quo e chi invece, avendo sempre meno, lavora per cercare delle alternative.
La cosa in cui credo fermamente però, è il progresso della civiltà umana. Il progresso civile e intellettuale (cioè del cervello), intendo. E mi dà molto conforto sapere che in altri paesi i movimenti nati per portare idee nuove di sviluppo e denunciare quelle vecchie abbiano iniziato a instaurare un dialogo con chi sta al potere (che, se ce lo fossimo dimenticato, nelle democrazie alla fine siamo sempre noi). Negli Stati Uniti c'è un Presidente che ha sposato la causa di chi protestava. Sarà coerente fino in fondo? Riuscirà a dare un segnale forte? Non lo so. Sicuramente non lo vedremo spaccare la vetrina di una banca. Sicuramente sbaglierà anche lui alcune cose, dovrà venire a compromessi, ma è una direzione. Ecco, io la vedo semplice e non complessa. Molti stanno cercando un dialogo. Le Istituzioni si sono rese conto che così non si va avanti e si stanno domandando come fare. In Italia siamo indietro un po' con tutto. Le Istituzioni (a parte forse il Presidente della Repubblica) sono immobili nel loro recinto e il resto del Paese, una buona metà è troppo indaffarato a mantenere il suo piccolo status quo, a comprarsi il plasma e pagarsi la vacanza di agosto, l'altra metà ha una tale rabbia che difficilmente accetta un dialogo. Sembra che il motto adesso sia: "Prima distruggere e poi ricostruire". Il problema è che poi non si sa bene CHI debba ricostruire. Perché qui ragioniamo sempre e solo per schieramenti: bianco o nero. Il concetto di collaborazione e, scusatemi, anche il senso dello Stato, sono ancora molto lontani da noi. Ecco, forse è questo che mi accomuna alla tua tristezza e frustrazione: mi domando, alla fine di tutte queste considerazioni: "Ma all'Italiano medio, gliene frega qualcosa di qualcosa?" E temo che l'unica vera spinta risolutiva sia quella di sperimentare sulla pelle la VERA povertà, quella per cui nessuno ha veramente più niente da perdere. Ed è un peccato, perché le cose potrebbero essere risolte ben prima di arrivare a quel punto. Come stanno facendo gli altri paesi civili.
No, i Baustelle no, già c' è la crisi a buttarmi gi`¨.
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