Torno sul tema che più di altri mi appassiona, per deformazione professionale e per demenza personale: la segnaletica. Sulla pagina facebook di Donne in ritardo ci stiamo confrontando sui dilemmi che suscita questo segnale:
Ringrazio la mia amica che è arrivata fino in Norvegia per consegnarci questo rompicapo.
Dunque, il senso generale del messaggio è chiaro: le mamme sono portatrici di handicap. Io, che ho due figli, come mi è stato giustamente fatto notare, ho due handicap. Immagino che in caso di quattro figli ti riservino direttamente una corsia stradale, perché è risaputo che in Norvegia sono molto attenti alle questioni sociali.
E fin qui ci siamo. Voglio dire, va bene: prendiamo coscienza di avere delle difficoltà rispetto al resto della popolazione abile. E su questa scia proporrei anche dei posteggi gratuiti e riservati in prossimità di negozi e principali luoghi di interesse, ché camminare sotto la pioggia, il pupo per mano e le buste dello shopping non è proprio il massimo.
Ma poi ci sono quegli altri due.
Quello con le stampelle e quello col bastone.
E mi domando: "perché?"
E forse se lo domandano anche quelle due donne, girate verso di loro in attesa di una risposta.
Perché in Norvegia sentono la necessità di differenziare l'handicap? Mi dicono che il primo è un giovane che si è appena operato al menisco, mentre l'altro è un anziano col bastone. Un'ipotesi sensata. Ma continuo: "perché?"
Forse l'obiettivo era quello di escludere qualsiasi dubbio su chi far sedere e chi no sull'autobus. Magari si sono trovati malissimo sui mezzi italiani, dove veniva rappresentato solo l'uomo col bastone e quindi quello con le stampelle ha fatto il viaggio in piedi, assieme alle donne incinte e alle madri coi bambini. Magari il giovane operato di menisco ha chiesto il posto e gli è stato risposto: "Eh no, caro. Tu mica hai il bastone".
Ma allora mi dovete mettere anche tutti gli altri. Tipo quelli col braccio in gesso. Perché come si tengono quelli col braccio in gesso? Quelli non li facciamo sedere? E quelli con la storta alla caviglia? E quelli con l'ascella pezzata? Ne vogliamo parlare?
Rimango sempre spiazzata dalla creatività repressa che hanno gli autori dei segnali convenzionali. Per questo ho dedicato un tag apposta su questo blog sotto la voce "segnaletica". L'argomento è veramente curioso.
Comunque resta un fatto ineluttabile: se sei un uomo e hai un bambino in braccio, resti in piedi. Ma anche se sei donna, anziana oppure giovane e operata al menisco.