mercoledì 3 novembre 2010

WC

No, rispetto a ieri le cose non sono migliorate. Per chi morisse dalla voglia di saperlo e per tutti quelli che non hanno il calendario di Frate Indovino, oggi è San Giusto, patrono della mia città. E artefice di uno dei più bei ponti dell'anno. Questa volta era proprio una manna: sabato, domenica, lunedì festivi, martedì ponte, e mercoledì festa patronale.
Ovviamente io oggi lavoro in una città che non è la mia, dove sono arrivata con un'ora di ritardo perché non ci siamo capiti sul posto e dove coltivo la mia influenza scoppiata nel momento stesso in cui è suonata la sveglia stamattina all'alba. Ho 8 ore di lezione consecutive e due tonsille che mi fanno parlare come Lisa Simpson. Per far calare la febbre mi sono appena presa due aspirine insieme, il che mi causerà un coma neurovegetativo in macchina. Ma sono una donna perdinci! Non staremo mica qui a lamentarci come un uomo? Ho una missione da compiere, al di là del lavoro: devo portare avanti questo blog.
Il caso mi viene incontro (almeno lui) e mi fa notare un altro di quegli esempi di segnaletica oscura che lanciano messaggi incomprensibili e subliminali alle persone ignare di tutto. Come un disco in vinile letto all'incontrario, da cui si sentono messaggi del diavolo o canzoni di Marilyn Manson, a seconda dei casi.
Banalmente, si tratta dei segnali dei bagni. Uno per le donne e uno. No, non è un mio errore di battitura, guardate qua:




















Cioè, i bagni sono vicini. Sono sullo stesso piano, non ce ne sono altri. Insomma, è inutile che la cercate: la versione WC MASCHI non c'è. Ovviamente, sotto l'effetto di analgesici assunti irresponsabilmente, inizio a farmi dei trip mostruosi sul bagno da scegliere. Resto inebetita per mezz'ora a studiare le alternative tipo libro game. O, per i più giovani, tipo Lara Croft. Dunque, la scritta WC non mi impedirebbe di entrare. Quindi potrei farlo. Però le femmine sono esplicitamente indicate dall'altra parte. Insomma, io sono una femmina? Direi di sì. Ma forse non abbastanza. Forse per uomini e donne normali c'è un bagno in comune, e per le femmine speciali, quelle che proprio non potrebbero mai rinunciare allo smalto sulle unghie e allo shopping compulsivo, hanno previsto una zona a sé. Beh, a me piace lo shopping. Oddio, non so fino a che punto però. Oh insomma! Me la sto facendo addosso. Oggi mi sento donna più che mai (perché lavoro con 39 di febbre e non mi sono accasciata al suolo come avrebbe fatto un uomo), quindi: ENTRO. Tutto a posto. Non mi fanno provini per le veline, né per la prossima festa del Presidente del Consiglio. Il sapone è rosa, ma che c'entra? Nell'altro bagno non sono ancora entrata. Non so, c'è qualcosa che mi intimorisce. Forse la luce spenta. E si sa che una donna è più sicura sotto un lampione. Aspetterò che passi l'effetto delle aspirine e poi vado a vedere. Nel frattempo, se avete delle teorie, comunicatemele. 

4 commenti:

  1. mi ricorda una mail ricevuta da un collega di lavoro giordano, dove mi diceva "mi dispiace non averle dato la mano per salutarla l'altro giorno ma la mia religione mi impedisce di toccare delle femmine"

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  2. È stato carino a scusarsi. Chissà come sono segnalati i bagni in Giordania.

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  3. Forse si può guardare dall'altro punto di vista.
    L'indicazione è per i maschietti e indica dove NON possono entrare!

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  4. ustia che grossi problemi.
    basta pisciare no?
    saluti
    ras

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