lunedì 22 novembre 2010

Mi verrà un colpo

Oggi sono molto preoccupata. Insomma, inizio ad avere un’età per cui non si può mica scherzare come prima. Quando esco a cena devo pormi sempre più spesso il quesito: cosa mi farà meno mal di testa domani, il rosso o il bianco? Faccio il conto delle ore di sonno, tipo “Se domani mi devo alzare alle 6, DEVO per forza andare a dormire non più tardi delle 22”, per garantire al mio fisico le 8 ore sindacali di riposo e restyling. Le creme antirughe diventano sempre più costose e sono racchiuse in confezioni sempre più piccole, segno che non c’è più spazio per diluirle in profumi, colori, e altre amenità adatte alle ragazze che possono ancora riderci su. Expedia mi consiglia viaggi a Lourde. Facebook mi consiglia check-up in cliniche della bellezza, lo spamming nell’e-mail mi consiglia (oltre al classico Viagra) centri termali dove dovrei farmi seppellire dal fango e sperare di non uscirne viva. Insomma, sono finiti i tempi di sesso, droga e rock&roll, e sono iniziati quelli di una disperata preservazione dello status quo.
E mi scopro a leggere le rubriche Salute dei giornali. Le amiche mi girano articoli su questo o quel rimedio contro la cervicale, o il calo del desiderio. Persino il mio oculista mi ha appena prescritto delle lenti adatte alla guida, essendo io prossima alla presbiopia. “Non le sembra un po’ presto? Ho solo 35 anni!” Ho protestato indignata. “Beh, la presbiopia inizia a 40 anni. Se vuole aspettiamo un po’”. Ecco, quel “po’” mi ha dato la dimensione reale del rapido disfacimento delle carni.
A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che sono donna, e per le donne la medicina è molto più complessa che per gli uomini. Lo apprendo da un articolo che si intitola “La medicina è maschilista?” segnalatomi da Claudia.
In pratica ci dicono che tutti i test sull’efficacia dei medicinali vengono fatti su uomini, che notoriamente hanno una costituzione ben diversa da quella delle donne. Però poi, quegli stessi farmaci vengono messi sul mercato per tutti: donne comprese. Marianne Legato, cardiologa e fondatrice della Partnership for Gender-Specific Medicine della Columbia University, racconta a Vanity Fair che “Gli organi hanno uno sviluppo diverso nell’uomo e nella donna, quindi vanno curati in modo appropriato. Perché le donne con problemi cardiaci hanno il 13% di probabilità in più degli uomini di morire dopo un infarto? Perché le azioni di prevenzione sono spesso sbagliate, non si riconoscono i sintomi e la diagnosi arriva tardi. L’Aspirinetta, per esempio, molto usata nella prevenzione dell’infarto, nella donna non funziona”. Già qui il mio battito cardiaco subisce una pericolosa accelerazione. “Nella maggior parte dei casi i farmaci vengono testati solo sugli uomini. Perché i farmaci sperimentali potrebbero dare effetti sulle future gravidanze,  le donne sono più prese nel circolo marito-lavoro-figli: difficile e costoso chiedere loro del tempo. Insomma, la popolazione femminile non conviene alle case farmaceutiche. Alcuni studi di cardiologia non ne reclutano nemmeno una: è assurdo”.
Mi avvicino alla tachicardia. Poi scarico la posta, e quella stronza della mia migliore amica mi gira un link a Repubblica in cui si dice che le donne in carriera hanno più probabilità di farsi venire un infarto rispetto ai loro colleghi uomini. E quindi tutto quadra. Anche se la cosa potevamo pure immaginarcela da soli, visto che sappiamo tutti benissimo che una donna in carriera, oltre ad avere il solito carico di stress lavorativo, una volta arrivata a casa non può lasciarsi sprofondare nel divano e farsi servire una birra ghiacciata dal proprio partner, perché probabilmente accadrà il contrario.
Insomma, adesso non possiamo nemmeno più consolarci per il fatto che campiamo più degli uomini (tendenza che scopro, anche questa, essere in progressivo calo). Che ci rimane ancora?
Sì, sono molto preoccupata. Mi verrà un colpo, lo sento.

5 commenti:

  1. premetto che la blogger è ipocondriaca...

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  2. ... e aveva problemi di cervicale già a vent'anni

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  3. Ma no, è normale. Chiara, amica e collega di blog, usa ripetere un detto di sua madre: "Una donna quando sta bene ha come minimo una forte emicrania". Un po' eccessivo, forse, ma al terzo mal di gola consecutivo io sono lì lì per crederle... In ogni caso ho capito che l'adolescenza era finita quando le commesse della Bottega Verde hanno smesso di regalarmi campioncini di creme per l'acne e sono passate direttamente ai campioncini di creme antirughe (pubblicizzate in genere da levigatissime ventenni). Un abbraccio. C

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  4. Preciso sulla mia ipocondria, che fa ormai parte del mio glorioso passato, lasciando spazio alla triste realtà delle cose.
    Cri, a me la Bottega Verde ha regalato per il mio compleanno un kit dove, tra bagnoschiuma e creme per il corpo, si nascondevano sieri rivitalizzanti (e demoralizzanti).

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  5. ho letto, verrà un colpo pure a me...o no...?
    Ci sto ancora pensando, meglio che mi metta al lavoro, cercando di anticipare il mio futuro marito nel rompere le balle...io mi sfogo e lui sarà presto pronto per un colpo al posto mio!

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