martedì 31 maggio 2011

Bambini mangiati e bambini fortunati

Confesso che la suspense di queste ultime due settimane non era voluta, però ci stava bene. Lungi da me influenzare le vostre scelte di voto con qualche post partigiano. Che poi, alla fine, io non sono nemmeno comunista, anche se qualcuno mi dipinge così. Del resto è normale: non posso mica scrivere articoli che denunciano la discriminazione delle donne e poi pretendere di passare per moderata.
Insomma, è finita. O meglio, è iniziata. O entrambe le cose. Dipende dai punti di vista.
Persino nella mia città, storicamente abbarbicata a destra, ha vinto il candidato del PD. E quindi, se addirittura qui, la destra perde, significa che ha veramente dei problemi. Comunque adesso, per citare mia madre, che ha votato imperterrita per il candidato del Pdl, "Stiamo a vedere". Lei ovviamente starà a vedere i primi passi falsi che farà la nuova amministrazione, a cui non verrà perdonata nemmeno una crisi coniugale dei neoeletti, o un brutto voto a scuola dei loro figli, io invece starò a vedere se la promessa di comporre giunte per metà al femminile sarà mantenuta. Almeno là dove se ne è parlato: Milano e Napoli. Che poi sono anche le città dove hanno vinto i candidati, diciamo così, più estremi. E questo rassicura, perché si presume che le donne saranno più sensibili alla questione dei bambini cucinati e poi mangiati da tutti questi comunisti. Insomma, il cinquanta percento di assessori donne dovrebbe essere quantomeno una garanzia. E chissà, magari faranno anche in modo che questi bambini non solo non vengano mangiati, ma vengano addirittura tutelati con politiche di sostegno alle famiglie e al lavoro. Magari si preoccuperanno di garantire che le donne possano decidere di avere dei figli senza rinunciare alla carriera. Magari lavoreranno per migliorare la libera circolazione di genitori e bambini in città. Magari si impegneranno a combattere la discriminazione. Magari.

domenica 15 maggio 2011

Election day

Vorrei solo fare una piccola osservazione. Una cosa breve, giusto perché sono costretta a casa da una tempesta invernale e non posso essere al mare, come avevo programmato. Quindi è una cosa breve, ma anche piena di rancore.
Allora, in questi giorni, in diverse città italiane, tra cui la mia, si vota per le amministrative. A parte che, non so se da voi è uguale, ma a Trieste c'è stata una straordinaria attenzione dei candidati per la soddisfazione enogastronomica degli elettori. Tutto un tripudio di rinfreschi, aperitivi, cene, cenette, fino ad arrivare al culmine, venerdì sera, con feste e fuochi d'artificio per la fine della campagna elettorale. Chiaramente, il triestino medio, noto buongustaio, non si è fatto scappare nemmeno un gazebo, passando disinvoltamente da SEL a Forza Nuova e ritorno. Che poi mi domando, ma le feste non sarebbe meglio farle alla fine, in caso di vittoria, tipo ringraziamento? Fatte prima, queste profusioni di affetto calorico mi sanno tanto di voto di scambio. Comunque.
Mi guardavo intorno, proprio venerdì sera, all'apice dell'eccitazione politica, quando tutti i candidati sfilano tronfi come galli da combattimento, aiutando vecchine impaurite ad attraversare la strada, sostituendosi ai cani d'accompagnamento per ciechi, interessandosi al problema del commerciante col registratore di cassa difettoso, e notavo una cosa. Una piccola, banale e insignificante cosa: nessuna candidata donna. Guardo nelle altre città e l'unica è a Milano, ma spero che perda.
Pensate che da noi hanno addirittura sdoganato i giovani, per cui la Lega candida un trentenne, ma le donne ancora no. Pare esagerato. Eppure le triestine hanno fama di una certa intraprendenza, e non solo in campo sentimentale. Ma niente. Abbiamo un'eccezione alla presidenza della Provincia, ma se consideriamo che Trieste non ha, di fatto, una provincia, possiamo dire che non conta.
E allora, mi viene il triste sospetto del ruolo che abbiano ricoperto, le donne, in questa campagna elettorale: sì, i rinfreschi erano proprio ottimi.

martedì 10 maggio 2011

Oggi cazzeggio








Un tipo entra in un negozio di giocattoli per acquistare una Barbie e chiede al commesso i vari prezzi.

"Dunque, 
Barbie ginnasta 18 Euro,
Barbie amazzone 24 Euro,
Barbie maestra 21 Euro,
Barbie avvocato 18 Euro,
Barbie divorziata 88Euro."

"E che cosa mai avrà di più la Barbie divorziata?" Sbotta il cliente.
E il commesso: "La casa di Ken, il cavallo di Ken, il fuori strada di Ken, lo yacht di Ken, la villa al mare di Ken..."

La femmina

Interno sera.
Clima conviviale casalingo con due ospiti a cena. Il primogenito quattrenne inizia, come al solito, a fare gli occhi dolci alla ragazza (mia coetanea, quindi decrepita), noncurante delle reazioni del legittimo fidanzato.
Tra un bicchiere e l'altro, la ragazza va a incipriarsi il naso.
Primogenito: "Mamma, ma dov'è la femmina?"

Poi uno chiede perché non scrivo più.