Pare che un blog sia una sorta di diario personale, in cui l'autore annoti pensieri personali, fatti accaduti (più spesso soltanto nella sua fantasia), considerazioni, deliri vari. Ecco, mi pare che finora, a parte qualche rapida incursione nella mia vita domestica, ci sia stato poco diario. Oggi, per soddisfare il target dei guardoni (per intenderci, tutti quelli che passano le ore su facebook a esaminare le foto di amici di amici, o che spulciano le liste dei contatti di ognuno per vedere chi conosce chi e se si scrivono sulle rispettive bacheche), racconterò quello che ho fatto nel fine settimana. Ma siccome il web richiede sintesi, per brevità parlerò soltanto del sabato. Tutti gli altri possono tornare domani, a leggere uno dei miei soliti post. Ma tanto lo so che leggerete tutti fino in fondo. Inutile che facciate tanto gli intellettuali.
Dunque, il mio week-end inizia sabato mattina, con classico giro in centro con le amiche. Un caffè, qualche vetrina, qualche incontro con gente che ti dice meravigliata: "Ti vedo bene!", ovviamente tutti chiedono dove io abbia abbandonato i miei figli, immaginandoli sottratti dai servizi sociali. In questa cornice, si muovono migliaia di persone che, come me, ricercano un po' di relax fluttuando senza meta per le vie già addobbate per il Natale (tanto che mi sono chiesta se le abbiano mai tolte, dall'anno scorso, quelle cavolo di decorazioni). Lo scorso sabato ero rimasta folgorata dalla visione di tre giovani padri con passeggini. Questa volta noto una cosa molto particolare delle coppie che circolano con i figli al seguito: chi spinge il passeggino è sempre l'uomo. La donna in genere cammina con un'espressione di stupore dipinta sul volto, come a dire: "Cazzo, non ho niente attaccato alle mani!". Il padre invece è pienamente soddisfatto dal compito assegnatogli. Come quando gli dicono di tagliare il cordone ombelicale dopo il parto. Cioè, lui è l'uomo. Il passeggino lo guida lui. Perché è un lavoro di fatica, e a lui piace aiutare la sua compagna. Fateci caso. Avete mai visto una coppia passeggiare e la donna portare il passeggino? Molto raramente. E in quei casi state certi che è così perché la coppia ha appena litigato, o lui le ha appena detto che non potrà venire al pranzo con i parenti perché c'è il Gran Premio. "Ma vaffanculo. Dammi il passeggino, va'". A chi mi diceva che la realtà della vita è molto diversa dai sabati mattina trascorsi per le vie del centro, non posso che dare ragione. Probabilmente, se durante la settimana i padri si sobbarcassero i figli in egual misura delle donne, non sarebbero più così solerti a portare il passeggino, che verrebbe quindi equamente spinto, tipo dieci minuti a testa, da ognuno dei due.
Comunque, il mio sabato si intensifica nel pomeriggio, quando il secondogenito si sveglia dal sonnellino con un orecchio incrostato di sangue. Alla notizia che dobbiamo andare tutti al pronto soccorso dell'ospedale infantile, il primogenito esulta. Primo perché erano giorni che mi implorava di andare a giocare all'ospedale, perché i giochi che hanno lì sono fantastici (il che mi ha fatto subito sospettare che avesse attentato lui alla vita del fratello per raggiungere il suo obiettivo). Secondo perché non era lui a dover essere visitato. Rifocillo i nani perché non si sa mai quanto ci si mette al pronto soccorso, spiego a Lorenzo che quella non è una gita per cui non possiamo portarci la borsa frigo, montiamo in macchina e partiamo. Ovviamente non era niente, ma comunque Lorenzo ha tenuto ad informare il pediatra di turno che lui da grande farà il dottore dei bambini, perché ci sono tanti giochi. E mentre si disquisiva di ciò, il piccolo sbraitava come una sirena, offesissimo per essere stato visitato a tradimento e aver subito l'onta del fratello che gli dava dello sfigato. Poi Lorenzo, credo per fare un sopralluogo più approfondito, inizia a bighellonare per il pronto soccorso. Il dottore lo richiama più volte chiedendogli di non allontanarsi e di stare vicino alla mamma (in quel momento impegnata in una lotta all'ultimo sangue per chiudere le fauci dell'alligatore che si dimenava in braccio). Ma niente. Poi, quando la fa troppo sporca e cerca di aprire una porta, un'infermiera lo incenerisce sibilando: "VAI DALLA MAMMA". E in un nanosecondo mi ritrovo Lorenzo attaccato alla giacca, non sapendo nemmeno lui come. Il dottore, muto e col capo chino riprende a scrivere il verbale e il piccolo, per un attimo, smette di piangere. Non c'è niente da fare, i bambini riconoscono subito l'autorità femminile. Ci sarebbe da scoprire adesso, quand'è che smettono di farlo. Ci sarà un evento traumatico nel loro processo di crescita? Che ne so, quando iniziano i baffi finisce anche il rispetto per la donna? Non so se riusciremo mai a scoprirlo.
La giornata termina a teatro, per uno spettacolo molto bello su Puškin e Mozart - artisti della libertà, in cui recita un vecchio amico. Lo spettacolo previsto per il giorno dopo da quella rassegna è tratto da "Lo stupro" di Franca Rame. Ecco, non sempre c'è un lieto fine nei diari. Infatti oggi è lunedì, e il fine settimana è finito.
Comunque, il mio sabato si intensifica nel pomeriggio, quando il secondogenito si sveglia dal sonnellino con un orecchio incrostato di sangue. Alla notizia che dobbiamo andare tutti al pronto soccorso dell'ospedale infantile, il primogenito esulta. Primo perché erano giorni che mi implorava di andare a giocare all'ospedale, perché i giochi che hanno lì sono fantastici (il che mi ha fatto subito sospettare che avesse attentato lui alla vita del fratello per raggiungere il suo obiettivo). Secondo perché non era lui a dover essere visitato. Rifocillo i nani perché non si sa mai quanto ci si mette al pronto soccorso, spiego a Lorenzo che quella non è una gita per cui non possiamo portarci la borsa frigo, montiamo in macchina e partiamo. Ovviamente non era niente, ma comunque Lorenzo ha tenuto ad informare il pediatra di turno che lui da grande farà il dottore dei bambini, perché ci sono tanti giochi. E mentre si disquisiva di ciò, il piccolo sbraitava come una sirena, offesissimo per essere stato visitato a tradimento e aver subito l'onta del fratello che gli dava dello sfigato. Poi Lorenzo, credo per fare un sopralluogo più approfondito, inizia a bighellonare per il pronto soccorso. Il dottore lo richiama più volte chiedendogli di non allontanarsi e di stare vicino alla mamma (in quel momento impegnata in una lotta all'ultimo sangue per chiudere le fauci dell'alligatore che si dimenava in braccio). Ma niente. Poi, quando la fa troppo sporca e cerca di aprire una porta, un'infermiera lo incenerisce sibilando: "VAI DALLA MAMMA". E in un nanosecondo mi ritrovo Lorenzo attaccato alla giacca, non sapendo nemmeno lui come. Il dottore, muto e col capo chino riprende a scrivere il verbale e il piccolo, per un attimo, smette di piangere. Non c'è niente da fare, i bambini riconoscono subito l'autorità femminile. Ci sarebbe da scoprire adesso, quand'è che smettono di farlo. Ci sarà un evento traumatico nel loro processo di crescita? Che ne so, quando iniziano i baffi finisce anche il rispetto per la donna? Non so se riusciremo mai a scoprirlo.
La giornata termina a teatro, per uno spettacolo molto bello su Puškin e Mozart - artisti della libertà, in cui recita un vecchio amico. Lo spettacolo previsto per il giorno dopo da quella rassegna è tratto da "Lo stupro" di Franca Rame. Ecco, non sempre c'è un lieto fine nei diari. Infatti oggi è lunedì, e il fine settimana è finito.
Figurati se non leggo un po' di sano pettegolezzo. Innanzitutto sono lieta che i nani stiano entrambi bene.
RispondiEliminaVolevo già scriverti l'altro sabato a proposito di uomini e passeggini, ma in questo periodo vengo inghiottita dalle giornate ...
Ho sentito uomini sostenere che ad uscire da soli, con il passeggino, si "addesca" meglio. E' un po' come andare in giro con il cane, carino anche il parallelismo, no? La teoria, che in prima battuta mi sembrava un po' campata in aria, ha invece un certo fondamento.
In effetti spesso le donne sono colpite da questi uomini, così premurosi e attenti alla prole, si sentono quasi rassicurate. Porelle che terribile inganno.
Guarda questa pubblicità: http://www.nital.it/promozione/d700-roomba/index.php . Ho molto apprezzato la divisione dei compiti in famiglia :-)
Buon inizio settimana
Secondo me l'uomo col passeggino attira le donne perché spesso trapela in modo sconveniente la sua insoddisfazione e insieme il suo orgoglio (di esser stato un bravo maschio, lasciando chiaramente intendere di poterlo essere ancora e ancora).
RispondiEliminaMentre per i cani posso assicurare che c'è la par condicio: attirano sia le donne (verso i padroni maschi, che si pensa debbano essere sensibili e amorevoli) sia gli uomini (verso le padrone, approcciandole dimostrandosi sensibili e amorevoli verso i cani).
@ Mumay: si la cosa triste è che per loro ogni pretesto è buono. Ti posso assicurare che quando esco con il mio cane penso a molte cose, ma l'approccio non è sicuramente tra quelle.
RispondiEliminaSabri!!! Questa promozione è scandalosa! Questo non è un problema di pubblicità, ma proprio di scelta A MONTE dell'azienda. Devo assolutamente parlarne in qualche post.
RispondiEliminaVedi Benny. Una differenza sostanziale secondo me tra madre e padre e che quest'ultimo si nutre di iconiche rappresentazioni di sè stesso. Mentre la mamma spinge il passeggino pensando che appena arrivata a casa dovrà cambiargli il culo, lavarlo, dargli da mangiare, cantare, ninnare e quant'altro,l'uomo che spinge il passeggino (...che se non sbaglio ... ostenta anche una camminata lenta e consapevole...),annega orgoglioso in quest'unica riflessione: "che bello essere padre".
RispondiEliminaMarta.
Marta, non posso che concordare con la tua visione. Anche se mantengo sempre una nicchia di ottimismo, soprattutto per le nuove generazioni. Sarà perché la mia infanzia non è stata traumatizzata dalla visione de L'incompreso?
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