Si è fatto un gran parlare del modo in cui i media trattano le notizie di violenza, di abusi e di omicidi nei confronti delle donne. Illustri giornalisti (senza distinzione di genere, peraltro), indulgono in espressioni tipiche del 1800 quando devono descrivere l'accaduto. "L'uomo era in preda a un raptus di follia" "La donna l'aveva tradito" "Gelosia incontrollabile" e molte altre. In tutti questi articoli della cronaca più nera del mondo, quello che viene sempre omesso è il fatto che la vittima, la donna, la moglie, la madre, la sorella, è un essere umano, con un'identità, una storia, una personalità. Cioè, non è un'entità astratta che il più delle volte "fa impazzire" e "annebbiare" la mente dell'uomo.
Allora, siccome oggi ero in cerca di facili prede (per mutuare il linguaggio di cui sopra), mi sono messa a sfogliare Il Giornale online. Ero tentatissima di scrivere un post sull'articolo "Meglio tigrotta o cappuccetto rosso sexy", ma volevo qualcosa di più, perché sono insaziabile. E in questo Il Giornale non mi delude mai. Di solito metto il link agli articoli di cui parlo, ma questa volta, siccome si tratta di un capolavoro, ve lo riporto integralmente:
Presunto stupro in camera di sicurezza, tre carabinieri rischiano il processo
La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta su una presunta violenza sessuale che sarebbe avvenuta in una caserma ai danni di una donna fermata per un furto. Nei guai anche un vigile urbano. Prima dell’abuso i quattro avrebbero fatto bere alcool alla vittima
La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta su una presunta violenza sessuale che sarebbe avvenuta in una caserma ai danni di una donna fermata per un furto. Nei guai anche un vigile urbano. Prima dell’abuso i quattro avrebbero fatto bere alcool alla vittima
Era stata sorpresa sul fatto a rubare in un supermercato e per questo era stata fermata e portata in una caserma del Quadraro, a Roma, costretta a trascorrere la notte in camera di sicurezza.
Un posto sicuro, dunque, in attesa che la giustizia facesse il suo corso. Quella nottata, invece, per la ladruncola di 33 anni, si è trasformata in un incubo. E per questo, ora, tre carabinieri e un vigile urbano rischiano il processo. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Eugenio Albamonte, infatti, ritengono che i quattro abbiano approfittato della donna, costringendola a subire le loro attenzioni sessuali. I magistrati hanno depositato gli atti dell’indagine, il passaggio che generalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio.
Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio del 2011. Per i pm i carabinieri Alessio Lo Bartolo, Leonardo Pizzarelli e Vincenzo Cosimo Stano e il vigile urbano Francesco Carrara avrebbero partecipato allo stupro con ruoli diversi dopo aver costretto la donna a bere alcolici mentre si trovava nella camera di sicurezza. L’accusa da cui rischiano di doversi difendere in un’aula di giustizia è quella di violenza sessuale. Una violenza, scrivono i pm negli atti della chiusa inchiesta, commessa «su persona sottoposta a limitazione della libertà personale e con l’aggravante dell’abuso dei poteri e doveri inerenti a una funzione pubblica e dell’uso di sostanze alcoliche». A Pizzarelli, quella sera piantone di turno, la Procura contesta l’aggravante di non aver impedito l’evento che, per il codice penale, equivale a causarlo.
La prima cosa che mi ha colpito è l'estrema cautela che la giornalista - donna - mette nel parlare del crimine degli uomini, che in effetti è "presunto". Il procuratore e il pm "ritengono". I magistrati hanno depositato gli atti ed è un passaggio che "generalmente" precede un processo. Giusto, dico io. Nessuno è colpevole fino a quando non c'è una sentenza definitiva di un tribunale. Del resto mi pare che questo valga anche per Berlusconi. Molto bene.
Peccato che questo trattamento di grande civiltà e rispetto per la dignità umana non venga applicato alla donna: una "ladruncola di 33 anni". Ladruncola. Ladruncola anche senza che ci sia stato, nemmeno nel suo caso, un processo. Ma la giornalista ritiene attendibile la versione dei "presunti" stupratori, che dicono di aver colto sul fatto la donna a rubare in un supermercato, la cui versione non viene messa sotto condizionale, ma data per certa. La donna ha rubato. Ha commesso un crimine. Ladra (e probabilmente, senza la possibilità di querelare un giornale). Ma che vuoi, in fondo non era niente, una ladruncola. E ora, i tre carabinieri e il vigile urbano "rischiano" un processo. Come se avessero rubato la marmellata dalla dispensa: ahi ahi ahi, questa volta l'avete combinata un po' grossa figlioli, ma che non si ripeta più, eh.
Vomito.
RispondiEliminaDaria
Ma la "solidarietà femminile" secondo te esiste ancora? o meglio, è mai esistita?
RispondiEliminaLa solidarietà non so, di sicuro la professionalità no.
EliminaDonne suddite degli uomini
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