Più volte mi sono soffermata sul tema dell'invecchiamento (il mio). Non che questa sia un'ossessione, per carità, ma insomma, quando tuo figlio inizia a chiederti quando te ne andrai in cielo con gli angioletti, inizi a pensarci veramente. E poi, da quando ho compiuto 35 anni, nella mia casella di posta elettronica, non si sa come, ha iniziato a far capolino tra lo spamming classico, una newsletter inquietante. Quella di Federanziani (non ricordo se ve l'avevo già raccontato, ecco, visto? Sono già i primi segni dell'Alzheimer). Ovviamente la cestino immediatamente senza nemmeno aprirla, come le e-mail sul Viagra. Oggi però, non contenti, hanno voluto fare di più, e mi hanno mandato un'altra newsletter, sempre sponsorizzata da Federanziani, che si chiama Figli e Famiglia Magazine. Come dire: siamo vecchi, ma ci piacciono i bambini. Ho ceduto all'insistenza e ho letto le prime notizie. Dolcificante killer, effetti cancerogeni del fumo, stangata delle bollette telefoniche, cibi adulterati. Insomma, ma dove sono i bambini in mezzo a tutte queste tragedie? Ecco che arrivo in fondo alla pagina e trovo la risposta: Boom di ovuli congelati. Le over 35 rinviano la maternità. Per fortuna che almeno due ovuli io li ho messi a frutto e oggi pesano rispettivamente uno 20 e l'altro 13 chili, altrimenti non so come avrei reagito all'articolo. Magari ne parliamo nel prossimo post. Intanto, volevo discutere sulla notizia subito accanto: Congedo di paternità obbligatorio? Alle donne piacerebbe.
Ecco. Siccome vi ho visti molto vispi e attenti nei commenti al post "Il nuovo piano famiglia (inglese, of course)", volevo approfondire il discorso. Allora, l'articolo dice in sostanza "bla bla bla, bla bla bla" e "bla bla bla". Il dato sconcertante è invece questo: "Secondo un sondaggio condotto dalla rivista femminile Elle il 74% delle donne sarebbero favorevoli al cambiamento." Molto superficialmente si prende questo dato per dire che sarebbe proprio il caso di rendere obbligatorio il congedo di paternità e che i tempi sono maturi, e che all'estero sono più avanti di noi e che le aziende bla bla bla, e bla bla bla. È più forte di me: non riesco a concentrarmi sulle altre parole dell'articolo, perché il fatto che il 74% delle donne sia favorevole a questo cambiamento mi ha colpito come un ictus (che in effetti, vista l'età e lo stile di vita che conduco, potrebbe pure essere). Intanto penso a chi è venuto in mente di chiedere alle donne se sono favorevoli o contrarie al congedo di paternità. Voglio dire: ma l'avete fatto un sondaggio tra gli uomini piuttosto? Vabbè che si trattava di Elle, che è una rivista per donne, magari dovevano farlo quelli di Men's Health, se non fossero così impegnati sul decalogo del perfetto latin lover. Comunque io avrei dato per scontato che le donne sarebbero state favorevoli a questo cambiamento. E mi sarei sbagliata. Alla fine, quelli di Elle avevano ragione a fare un sondaggio, perché il risultato dimostra che tutto liscio non va. 74% di donne favorevoli significa anche 26% di donne contrarie o che non hanno un'opinione in merito. Sui grandi numeri, direi che ci sono 260 donne su 1.000, 2.600.000 donne su 10.000.000 in Italia che non gradirebbero o non sanno se gradirebbero che gli uomini si occupassero dei loro figli come fanno oggi le madri. Due milioni e seicentomila donne. Che poi, se perfezioniamo il campione su scala nazionale, il 26% della popolazione femminile italiana conta, per l'Istat, 29.044.615 componenti. Il 26% sono circa 7.551.599 donne. Questo è il dato rilevante della newsletter promossa da Federanziani: che più di sette milioni di donne in Italia non hanno la minima intenzione di dividere l'accudimento dei figli con i legittimi padri. Che se ne stiano pure a lavorare questi uomini, che tanto non sono capaci di fare altro. Che continuino ad occuparsi delle cose loro, tipo lavare la macchina, cambiare le lampadine e scegliere lo schermo al plasma. E poi, se stanno a casa pure loro, chi è che manda avanti la baracca? Addio ferie nel villaggio Valtour e addio manicure e messa in piega. E comunque non si è mai visto che un uomo debba cambiare un pannolino. Chissà, forse queste donne hanno provato a immaginarsi la scena: tornano a casa stanche dal lavoro, con una fame nera, aprono la porta e trovano il marito sul divano che gioca con la playstation e il bambino che mastica il cavo del controller. Niente di pronto da mangiare. Solo briciole ovunque, piatti sporchi e frigo vuoto. "Cosa avete fatto oggi?"
"Niente, siamo andati a fare un giro nel parco. È bello, sai? Ci sono un sacco di mamme giovani coi bambini. A proposito, credo che il bambino stamattina al parco abbia fatto la cacca".
Beh, in alcuni casi potrebbe anche essere. Ma francamente mi sembra un pensiero stereotipato e da alcuni punti di vista anche "comodo" da fare. In realtà, da questo sondaggio appare evidente che nemmeno le donne siano poi tanto pronte a condividere la vita domestica e la genitorialità con i loro compagni. Per mancanza di fiducia, per gelosia dei figli, per senso di onnipotenza. Chissà. Una cosa è certa però, se in Italia siamo molto indietro sulle politiche sociali e di pari opportunità, una buona responsabilità ce l'hanno anche le donne. Esattamente 7.551.599.
"Niente, siamo andati a fare un giro nel parco. È bello, sai? Ci sono un sacco di mamme giovani coi bambini. A proposito, credo che il bambino stamattina al parco abbia fatto la cacca".
Beh, in alcuni casi potrebbe anche essere. Ma francamente mi sembra un pensiero stereotipato e da alcuni punti di vista anche "comodo" da fare. In realtà, da questo sondaggio appare evidente che nemmeno le donne siano poi tanto pronte a condividere la vita domestica e la genitorialità con i loro compagni. Per mancanza di fiducia, per gelosia dei figli, per senso di onnipotenza. Chissà. Una cosa è certa però, se in Italia siamo molto indietro sulle politiche sociali e di pari opportunità, una buona responsabilità ce l'hanno anche le donne. Esattamente 7.551.599.
Sarebbe interessante capire l'età delle intervistate, la loro distribuzione geografica, il livello di istruzione, così da andare un po' più in profondità nell'analisi.
RispondiEliminaDetto ciò, io sono assolutamente d'accordo con te che in gran parte la responsabilità dello stato di arretratezza in termini di pari opportunità e politiche sociali dipende da noi stesse.
Troppo facile piangerci addosso, più difficile rimboccarsi le maniche e cercare di cambiare davvero le cose.
Ciao
Ti leggo da poco... mi piacciono molto i temi che affronti...per cui da adesso ti seguo. =)
RispondiEliminaStefania, hai ragione. In effetti poi sono andata a vedere meglio i dati del sondaggio e in realtà quel 26% si divide in 23% di "probabilmente favorevoli" al cambiamento e 3% non favorevoli. Che poi che significa non so. Tu sei favorevole o contraria alla pena di morte? Ti verrebbe mai da rispondere "probabilmente favorevole" (o probabilmente contraria)? Boh. Comunque il senso del post è proprio quello che dici tu: molte donne, oggi, non si pongono abbastanza il problema. O se se lo pongono, non hanno poi molta voglia di fare qualcosa per cambiare.
RispondiEliminaNinfa, grazie :)
RispondiEliminaCiao, anche secondo me uno dei principali motivi dell'arretratezza su politiche sociali/pari opportunità ed uguaglianza tra i sessi deriva proprio dalla mentalità di alcune/molte donne.
RispondiEliminaMa credo non da quel 3% che dice no, perchè è una decisine chiara, per loro motivata, giusta o sbagliata che sia.
Più che altro da quel 23% di "probabilmente favorevoli"(equivale all'agghiacciante non so? O.o).
Cosa vuol dire? Deve prima chiedere al suo lui se è favorevole o contrario per sapere se lo sarà anche lei?
Non capisco, o meglio, preferisco nettamente quel 3% che ha una sua personale opinione.
Dopo questa accesa risposta ne approfitto per salutarti, visto che leggo in incognito il tuo blog ormai da tempo (ho anche spulciato tutti i post vecchi) e lo trovo molto interessante, intelligente ed anche divertente nel modo in cui vengono esposti gli argomenti (qualità spesso ignote a molte persone).