Arrivo un po' tardi sul gossip di fine anno che tanto ha appassionato l'opinione pubblica italiana, e cioè la nascita di Penelope Nannini. A dire la verità non ero molto stimolata a parlare di questo fatto, perché non mi ero fatta un'opinione precisa. In genere sono molto affezionata al concetto di libero arbitrio, per cui è giusto che ognuno faccia le scelte che meglio crede. Probabilmente Gianna Nannini avrà considerato i vari pro e contro di mettere al mondo una creatura alla sua veneranda età. Probabilmente avrà pensato che se Mick Jagger saltella ancora sugli spalti a settant'anni, fare un figlio a 54 non è poi così fuori dal mondo. Chissà. Comunque oggi mi salta all'occhio un articolo che ci dice che Carla Bruni, per favorire la prossima elezione del marito, voglia dargli un figlio. Si tratta del solito meccanismo (che pare funzioni), secondo cui la gente vota più volentieri i candidati sposati con figli. Su questo non commento. Commento invece tutto il gran parlare che si fa di donne celebri, che secondo la stampa dovrebbero (o non dovrebbero) intraprendere una gravidanza. Ne ha parlato prima di me Cinzia Sasso, giornalista di Repubblica, nel suo blog, a proposito di un articolo su Elisabetta Canalis, in cui si evidenziava con un certo sgomento che la ragazza aspettasse ormai da ben 17 mesi di essere sposata, e che 32 anni sono un'età pericolosa, perché George Clooney potrebbe tranquillamente ripiegare su candidate molto più giovani (e meno vicine alla menopausa). Allora, io non vivo in campagna e non ho dimestichezza con le fattorie, ma credo che questo discorso ben si adatti al mondo dell'allevamento, quando la sopravvivenza dell'attività del fattore dipende da tutta una serie di variabili come: la fertilità degli animali, l'età delle mucche, la nascita di nuovi vitelli, l'accoppiamento. Allora, George, quando facciamo questo nuovo vitello? Siamo sicuri che quella mucca vada bene? Non è che magari vogliamo provare con una più giovane, e quella la mandiamo al macello? Non vorrai mica far fallire tutta l'industria del gossip? Insomma, siamo stufi di scattare foto alla tua fidanzata quando porta un maglione largo ipotizzando che sotto ci sia un po' di pancetta da gravidanza. Che poi magari era solo perché la sera prima ha esagerato coi pandori.
E poi mi arriva l'articolo su Carla Bruni, che è una vita che ci trifolano con la storia che forse è incinta, che a quell'intervistatrice ha detto di pregare ogni giorno per l'arrivo di un bambino, che ha 43 anni ma che significa. Che poi sembra che tutta la realizzazione di Carla Bruni e di Sarkozy dipenda dall'arrivo o meno di un figlio, quando di figli loro, in totale ne hanno già quattro. Tre lui e uno lei. Ma quello che mi inorridisce è la solita univocità delle considerazioni. Non si è capito perché l'arrivo di queste benedette creature debba dipendere soltanto dalla donna. 43 anni sono un'età in cui obiettivamente una donna fa più fatica a rimanere incinta, ma neppure i 55 anni del compagno aiutano. Com'è che non leggo da nessuna parte un commento che dica: "Beh, forse la Bruni dovrebbe scegliersi un marito più giovane, più fresco e più fertile. Forse dovrebbe farsi un giro nelle banlieues". E, seppure con la morte nel cuore, credo che nemmeno George Clooney sia più così "in forze" come un tempo. E mi sa che pure la Canalis non avrebbe problemi a sostituirlo con uno molto più giovane. Ma questo non fa gossip, perché anche il mondo dell'editoria del pettegolezzo ha le sue regole sessiste. Demi Moore con il suo giovane compagno non fanno molta notizia. Questa cosa della donna più vecchia che sta con il giovanotto è un po' una stramberia.
Del resto - e qui ritorno su Gianna Nannini - l'Italia intera si è espressa in considerazioni di ogni tipo sulla tardiva gravidanza della cantante. "Quando la figlia avrà vent'anni, lei ne avrà 74".
"Non è giusto condannare un figlio a vivere da orfano così giovane".
"Ce la farà a tenerla in braccio?"
"Come farà a starle dietro?"
Giuste o no, queste considerazioni io non le ho mai lette o sentite nel caso di Charlie Chaplin, investito anzi da un'aura mitica proprio per aver messo al mondo figli fino a novant'anni. O per Mike Bongiorno, che quando è nato il suo terzogenito, di anni ne aveva 65. O per Michael Douglas, padre a 59.
Poveri padri: di loro, se muoiono presto, a nessuno gliene frega niente.
Con mio figlio ha più energie ed iniziativa mia madre a 54 anni di me che ne ho 31, e lei ci passa molte più ore al giorno di me, quindi in teoria dovrebbe essere esausta ed io fresca come una rosa... ma si sa, in teoria nemmeno le api dovrebbero poter volare.
RispondiEliminaPer la cosa sessista in effetti non ci avevo ami pensato.
Ma il padre di 'sta bimba, ad esempio? C'è? Non c'è? E' papà-nonno o papà-in-provetta? Sembra interessi solo la madre e la sua età.
Eh beh certo! I maschi sono Immortali, quando diventano padri... hihihihi.
RispondiEliminaInvece contesto la gravidanza della Nannini e soprattutto il cd uscito in contemporanea con la bambina... Ma daiiiiiiiii!
Cara Benny, dopo il post del tuo compleanno (che resta il mio preferito...) questo lo trovo stupendo.
RispondiEliminaCome sempre riesci a fare ridere e riflettere allo stesso tempo.
Attraverso l'ironia punti il dito su degli aspetti che sono insiti in noi ma che forse non abbiamo mai detto. Poi li leggiamo scritti da te e pensiamo: "E' vero".
Forse l'aspetto della materinità è quello dove molte donne si sentono in ritardo. Molto spesso perchè la società ci fa sentire così. Società composta non solo da uomini che si sentono non toccati dal fattore tempo, ma anche dalle donne. ahimè. Creando necessariamente una frattura: donne che hanno figli= complete; donne childfree= da guardare con sospetto, misto a compassione.
bacione e complimenti!
ps. l'anonimo sono io, Chiara (mi sto Martizzando...)
RispondiEliminaanche a 74 anni la Gianna sarà sempre una strafiga
RispondiEliminaquindi basta con sta solfa dell'età, per pietà!
happy new year
miss r
Diciamo che i giornalisti rispecchiano in parte l'ideologia che si ha ancora qui in questa Italia preistorica e un pò ci marciano sopra apposta secondo me.
RispondiEliminaI love tardone!
RispondiEliminaE dovresti farlo anche tu, Chiara, visto quello che di te pensano i tuoi colleghi! ;)
Proprio stamattina leggevo di Celine Dion che a 42 anni ha appena partorito 2 gemelli. L'articolo verteva sul dramma di aver perso il terzo che era già grandetto in grembo, e poi della gioia della cantante, bla bla bla, ma solo di sfuggita, nella parte dell'articolo relegata al riassunto delle puntate precedenti si faceva cenno al padre dei gemelli, 68enne. Tanto non sarà mica lui a correre (fisicamente) dietro ai pargoli quando inizieranno a sgambettare. E forse nemmeno la Celine: chissà quante tate assumeranno...
Sì, sta cosa dei padri tardoni ma immortali è bene che salti all'occhio di tutti. Mi pare che si giri sempre intorno alla stessa storia: sembra che i figli li facciano solo le donne. Da sole. E l'unica volta che questo paradosso diventa realtà (nel caso di Gianna Nannini), allora fa scandalo. Ma che c'è di strano, allora? Non è sempre stato forse così?
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