lunedì 29 ottobre 2012

Orrore a Halloween



Vorrei che guardaste questo. Me l'ha girato Chiara, una creativa molto in gamba che segue da lontano (per sua fortuna) le nostre vicende.
A questo video c'è un precedente di due anni fa, quando Sarah, una blogger del Missouri raccontò che suo figlio di 5 anni si sarebbe vestito da Daphne di Scooby-doo, suscitando un coro di critiche di molti lettori. La sua risposta fu in sintesi questa: “Che sia gay o meno, non m’interessa. È sempre mio figlio, ed ha cinque anni. Ed io sono sua madre. E se avete qualche problema con qualcosa, non ho alcuna intenzione di avere a che fare con voi. Perché il vostro è un ragionamento ridicolo, se mio figlio è gay è ok; lo amerò allo stesso modo. Di certo io non mi preoccupo del fatto che uno dei vostri figli possa diventare un guerriero ninja da grande”.

Tornando al video di oggi, negli Stati Uniti, trovo angosciante la dedizione che queste madri mettono nel cercare a tutti i costi una soluzione a questo problema. Perché questo per loro è in effetti un problema. Per fortuna c'è un happy end. Ma resta comunque un video perfetto per la spaventosa notte di Halloween.

14 commenti:

  1. Addirittura! Arrossisco!

    Comunque non oso immaginare quanti danni possa fare un´educazione del genere: già qua in Germania (Berlino è caso a parte) si assistono a battute "omofobe" e c´è la gara tra maschi a chi dimostra più machismo e viralità e ci si dà del gay a vicenda appena lo standard di testosterone è minore di quello di Steven Seagal.

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    1. Non arrossire: adesso ti ho messo pure il link :)

      Comunque i danni di questo tipo di educazione li vediamo da migliaia di anni. Credo dal passaggio dalla società della caccia a quella dell'agricoltura.
      E in tutto questo mi chiedo: oggi sono così perché da piccola i miei mi hanno vestita da Pantera Rosa? Ma poi, la Pantera Rosa è veramente uomo uomo? Siamo sicuri?

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    2. Ottimo, così il mondo saprà la caratura dei miei pensieri (tipo l´ultimo tweet su Ryan Gosling).

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  2. non sono riuscita a seguire i dialoghi a causa della lingua, ma il senso è chiaro: mamme che impongono ai figli costumi di halloween "da maschio" o "da femmina" nonostante le richieste dei figli.

    Se mio figlio mi avesse chiesto un costume da principessa forse l'avrei comprato, ma poi mi sarei molto preoccupata del fatto che possa rimanerci male se i compagni lo prendono in giro.
    Io posso anche cercare di trasmettergli dei valori, ma lui vive nel mondo, e io non sono la sua unica fonte di informazioni. E quello che io gli dico poi magari si scontra con quello che succede fuori: mamma dice una cosa ma poi fuori ne succede un'altra. Come si fa a spiegare questa cosa a un bambino di 6 anni? Questo è il mio dubbio.

    Oltre a questo mi chiedo se ci sia una differenza tra giocattoli e vestiti "da maschio" o "da femmina": mentre per i giocattoli non vedo differenza, credo invece che l'abbigliamento sia in un certo senso legato al riconoscimento di se. forse.
    ma un costume di halloween è un travestimento, non un capo di abbigliamento.... e allora? allora non so. altro dubbio.

    insomma, non ho ancora capito cosa penso di questo video :))

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    1. Ho risposto qui sotto: non possiamo far dipendere le scelte nostre e dei nostri figli dagli "altri". Dobbiamo invece fare in modo che i nostri figli siano così forti e sereni che poi saranno gli altri a seguirli.

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  3. io trovo che non ci sia niente di male, semplicemente perché per i bambini travestirsi è un gioco come altri, non credo che i piccoli ci vedano tutta questa malizia, anche perché "la malizia sta negli occhi di chi guarda". tra l'altro credo che vestirsi da mostri, possa servire per esorcizzare la paura del "diverso" e quindi chissà forse vestirsi da femmina, potrebbe esorcizzare un po' l'omofobia e i pregiudizi nei confronti del "sesso di mezzo". Bisogna "mettersi nei panni" degli altri per comprenderli meglio.

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    1. sono d'accordo. Ma se tuo figlio (ammesso che tu ne abbia uno maschio) si veste da principessa e i suoi compagni lo deridono tu non ti preoccupi? come gliela spieghi questa cosa?

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    2. Suo figlio (tutti i figli e tutti i bambini in generale) nella sua vita sarà deriso un milione di altre volte per un milione di altri motivi. Perché non ha le scarpe "giuste", perché non ha la ragazza, perché ce l'ha, perché la mamma lo accompagna a scuola, perché la mamma non lo accompagna, perché il padre fa l'operaio, perché non partecipa alle azioni di bullismo, perché è amico del bambino autistico, perché fa tutti i compiti o perché non li fa. E potrei andare avanti per ore.
      La risposta però è sempre la stessa: fatevi i cazzi vostri. Oppure, se vogliamo essere meno qualunquisti, potremmo dire che uniformarsi a un gruppo va bene, purché sia un gruppo che esprima i valori giusti e nei quali ci riconosciamo. Ma se quel gruppo non esprime i nostri valori, noi ci troveremo sempre a disagio. E' compito nostro, di noi madri e di noi genitori in genere (perché qui anche e forse soprattutto i padri hanno una grande responsabilità), rendere i nostri figli forti abbastanza per andare avanti per la loro strada, per infondere loro serenità nel seguire la loro indole qualunque essa sia, nell'insegnare loro la coerenza e il rispetto di se stessi.
      Non può essere il gruppo che deride a decidere se mio figlio può o non può indossare un vestito da principessa.

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    3. mi hai tolto le parole di bocca: la gente ha sempre da ridire su tutto e tutti: vale davvero darsi pena per chi parla a vanvera? E poi halloween, come carnevale, sono occasioni per divertirsi travestendosi, mica sfilate dell'haute couture!

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    4. :) mi associo alla risposta 1, ma apprezzo la risposta 2.

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  4. Mpfffff! Risposta "colta": da sempre, nelle culture umane, comprese quelle in cui vige rigida apartheid di genere, il travestirsi, prima a scopo rituale, poi a scopo "ludico", è stato prima di tutto uno scambiarsi l'abbigliamento "di genere".
    Risposta pratica: avete già detto tutto al riguardo, aggiungo "ma lasciateli giocare come vogliono"!
    Risposta socio-antropologica: preoccupante l'ignoranza circa la relazione tra il travestismo "di genere" e l'omosessualità, dato che i due concetti non si sopvrappongono o, meglio, prevalentemente non si sovrappongono. Insomma tutti i miei amici gay sono pelosi e si vestono "da maschi": adesso spero sia più chiaro.
    Risposta soggettiva: intorno ai cinque anni sono andata mascherata da coccinella, e siccome l'abito (tutto rosso a palle gialle!) aveva i pantaloni, ero convinta di essere un coccinello, e mi davo alla ricerca della coccinella femmina che, nelle mie previsioni, avrebbe dovuto portare il gonnellino coccinellesco. E aggiungo che il caschetto con le antenne mi rendeva particolarmente orgogliosa. Poi, però, non mi sono spuntate le antenne, e un due o tre anni dopo, riciclato un suntuoso abito da torero appartenuto al fratello, e germogliata una mini coscienza femminista, andavo in giro dicendo che ero mascherata da torera!!!!!

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