lunedì 1 ottobre 2012

Quei titolisti mattacchioni

"Quando è lui a lavare i piatti la coppia si sgretola, il 50% in più di divorzi". Ecco cosa mi segnala la mia amica Giulia stamattina. Poi vai a leggere, e scopri che in realtà non c'è nessun legame tra la parità nelle faccende domestiche e il numero di divorzi. O meglio, non c'è un legame causa-effetto. Si legge invece che probabilmente, siccome le coppie in cui c'è una sostanziale collaborazione tra i sessi nella gestione della casa e nella suddivisione dei compiti sono quelle più aperte e consapevoli, va da sé che sarà anche più facile che donna e uomo, qualora riscontrino una loro incompatibilità a restare insieme, siano più sciolti nella separazione.
Questa ricerca norvegese non mi sconvolge un granché. Diciamo che anzi mi dà conferma delle condizioni culturali e sociali in cui stiamo vivendo. Quello che mi fa rizzare i peli (maledetti peli) è il titolista (o la titolista). Che cosa mi vuol significare con la frase che quando l'uomo lava i piatti la coppia si sgretola? Puro sensazionalismo per indurci a leggere l'articolo? Strategia di marketing? A me pare una delle solite paraculate per attirare la nostra attenzione. Però si gioca sempre con il fuoco, perché mentre scrivi il tuo titolo paraculo, migliaia di trogloditi che la pensano proprio così esultano e ti prendono sul serio.
"HHA! Vedi? Faccio bene io a non alzare nemmeno un dito, donna! Io sì che tengo unita la coppia".
Oppure, in versione femminile: "Eh certo, un uomo mica è in grado di fare le faccende domestiche: con tutti i disastri che combinerebbe, la moglie lo lascerebbe subito".
Una gran bella discussione, in cui si dà per scontato che la durata o meno di una coppia dipenda dall'igiene domestica.
Insomma, dopo il delfino goloso e il cavallo curioso, oggi abbiamo anche il titolista mattacchione.

Concludo in bellezza e vi lascio con una vignetta di cura domestica ma anche di grande ironia, presentandovi la nuova protagonista di questo blog: La Paola.
La Paola accompagnerà questo blog nei meandri dei piccoli dettagli quotidiani che rendono grande la disparità tra uomo e donna, cercando di mantenere sempre leggero il tono delle nostre dissertazioni. Nella colonna di sinistra, trovate la sua biografia.



11 commenti:

  1. Guarda, secondo me i giornali riportano sempre le notizie in modo un pò scorretto, soprattutto quando si tratta di studi o ricerche.

    Da quello che mi par di capire quando i ruoli nella famiglia sono ben definiti e ognuno è contento del suo ruolo tutto funziona meglio. E fin qui nessuno a scoperto niente di nuovo.
    Se c'è confusione di ruoli e (anche di confini) nella famiglia allora, molte volte, iniziano i problemi.
    Ma anche questa non è una grossa novità, no?

    Ma visto che i giornalisti non sono psicologi e a loro importa far vendere e attirare l'attenzione del lettore fanno i "mattacchioni" -come dici tu- con i titoli.

    Anche a me certi titoli fanno rizzare i peli :)

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  2. I titoli sono ormai creati ad arte per far leggere. Ci sono così tante risorse in Rete che per leggere un articolo bisogna proprio volerlo. Così c'è la gara a fare il titolo che più può incuriosire il lettore, non solo per interesse ma anche per contrasto (come in questo caso).
    Ricordo che in passato era stata fatta una prova inserendo nel titolo di un articolo di politica estera il nome di G.Clooney ed era stato letto di più rispetto alla media degli articoli di quella sezione.
    Proprio sui titoli degli articoli, in questo caso sull'uso della parola "mammo", avevo scritto un post qualche giorno fa.
    http://babbonline.blogspot.it/2012/09/perche-eros-ramazzotti-e-un-papa-mentre.html

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    1. Ma vende di più "mammo" di "papà" quindi?

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    2. Eh sì, se nel titolo si accosta la parola mammo a Bruce Willis o altri notoriamente "maschi" fa più notizia rispetto a dire che fanno semplicemente i papà...

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  3. Ciao!
    Sono felice di leggere il tuo blog!
    Mi sembra che spesso i risultati delle ricerche sociali o psicologiche vengono estrapolati dal contesto e utilizzati dai giornalisti a loro piacimento. Il risultato? Ennesima disinformazione.
    Un esempio su tutti il termine "psicosi" che ancora viene messo a titoloni in cima agli articoli che trattano un comportamento di massa, nato da una paura specifica.
    Di cosa sia davvero la psicosi non c'è traccia ;)
    Ciao, bel blog, complimenti!

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  4. Forse il titolista e' un furbetto o furbetta, forse e' troglodita come quelli che dicono " ahhh, vedi, io lo sapevo!" comunque venerdi' scorso, in una situazione in cui c' era del lavoro per un gruppo di uomini e donne, ho sentito degli uomini che dicevano, riordinando ( per lavoro) dopo un pranzo, " ma come ... Con tutte queste donne che ci sono qui, questo lavoro lo dobbiamo fare NOI?"

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  5. Ciao,
    per prima cosa, complimenti per il blog!
    Poi, volevo aggiungere a quanto detto fin qui che forse questi titoli vengono redatti secondo la stessa logica che spinge ad associare immagini di donne seminude a qualsiasi tipo di notizia o a scegliere di usare eufemismi opinabili quando si parla di violenza sulle donne. Secondo me è un fenomeno più ampio di quanto appaia e indice di un modo di pensare molto diffuso sebbene sbagliato.

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  6. Ehi ma quella sono io mentre sto al pc e sento arrivare puzza di bruciato dalla cucina! Il ferro da stiro invece curo di lasciarlo in verticale, così si spegne da solo, grande invenzione.

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  7. Titolo non aggiornato: ormai quasi tutti hanno la lavapiatti... che riempio volentieri io perchè mia moglie genera incastri improbabili e mi fa solo casino!
    Sui titoli in genere meglio soprassedere. chi li fa a volte legge poche righe e spara la sensazione appetibile... ma ormai è una tendenza.

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