venerdì 11 gennaio 2013

Soggetto, verbo e complemento d'arredo.

Perdonate il titolo, che è abbastanza demenziale, ma quello che sto per raccontarvi sarà in linea, non vi preoccupate.
L'altro ieri stavo leggendo il giornale locale online, prendendomi una meritata pausa dalla realtà. Non vedevo l'ora di entrare un po' nel regno della fantasia come farebbe Geronimo Stilton e vagare tra un articolo che mi parla dell'outfit dei vigili urbani, un altro che mi spiega che le due statuette che suonano i rintocchi sull'orologio del Comune sono in ritardo per un guasto nell'ingranaggio, un reportage fotografico su un tetto di un palazzo della mia città ricoperto di erba, e via dicendo.


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di Gabriella Ziani
Per la vestizione della polizia municipale il Comune ha preparato un bando da 121.478 euro che scade il 30 gennaio. Pantaloni di lana anche d’estate


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Le due statuette (una copia) che battono le ore dell’orologio fanno le bizze Prima andavano di fretta, ora sono in ritardo. L’esperto: ingranaggio guasto




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Originale inquadratura aerea del tetto di uno storico edificio del centro di Trieste, dove mancano solo le mucche che brucano...






Ma, colpo di scena, mi imbatto in una notizia. Sì, era proprio una notizia! E per questo motivo non poteva godere delle lunghe argomentazioni degli altri articoli: il testo era molto stringato, essenziale direi. Più simile a una velina, che a un articolo. Qui c'è il link: Trieste: aggredisce convivente e agenti, arrestato nella notte.
Vi prego, leggetelo, non vi porterà via più di 70 secondi.

Ora facciamo un test: qual è la cosa che in assoluto vi resta più impressa nella mente? Al di là del caso, ovviamente. A me la rottura dell'orologio dell'agente. Quest'uomo ha opposto resistenza perché era ubriaco e ha rotto perfino l'orologio di un agente! Me lo visualizzo lì, quell'orologio tipo Sector con cronografo, caduto a terra col cinturino spezzato. Si sarà rotto anche il quadrante? Mah, non saprei, oggigiorno li fanno così resistenti: waterproof, shockproof, forse anche criminalproof. Un poliziotto sicuramente non indossa un orologio delicato. Sicuro era il cinturino a essersi rotto.
E mentre leggevo tutte queste cose, la colluttazione, l'orologio, l'agente incazzato per via dell'orologio, arrivo al gran finale: l'uomo è stato messo ai domiciliari. Ben gli sta. Chiuso a casa. Così non rompe più gli orologi a nessuno.

Bella storia. Se fossimo a scuola la maestra direbbe: "Bene bambini, adesso chiudete il giornale e fate un riassunto di quello che avete letto". E scriveremmo tutti: un uomo ubriaco fa resistenza ai poliziotti, rompendo l'orologio di uno di questi e poi finisce agli arresti domiciliari.

Mentre in realtà, il sunto nella vita reale sarebbe: una donna (soggetto), chiama la polizia sperando che arrivi in tempo prima che il compagno la ammazzi di botte. La polizia per fortuna interviene presto e porta via quell'uomo, salvo poi riportarlo in casa obbligandolo a restare lì e obbligando quindi la donna ad andare a dormire sotto un ponte, immagino. Perché come cazzo ti viene in mente di mettere un uomo ai domiciliari dopo che ha bastonato la convivente? Quando ti arrestano per furto dove ti mettono, dentro un cavò di una banca?

Ma il mio riassunto è evidentemente avulso dal sistema media e temo anche da quello culturale attuale, oltreché da quello legale.

Sarò una purista della lingua, ma per me le questioni grammaticali, logiche e sintattiche hanno un'importanza esistenziale e ci insegnano come interpretare il mondo. Fino a quando le donne continueranno a essere complemento oggetto, o complemento d'arredo, anziché soggetto con tanto di predicato verbale, sarà difficile risolvere la questione della discriminazione di genere. Fino a quando ci sarà discriminazione grammaticale, non avremo mai nemmeno lo strumento per parlarne.
Punto e a capo.





    10 commenti:

    1. Forse arrivo tardi, ma ho appena finito di leggere Ave Mary di Michela Murgia ed è stato molto illuminante per me per comprendere le radici profonde e per molto cose derivanti dalla religione, delle differenze di gennere e di come cambia sostanzialmente il modo di dare una notizia a seconda che riguardi un uomo o una donna.
      Sconcertante, avvilente e anche molto difficile da sradicare.

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      1. Sono molto seria quando dico che serve un lavoro abnorme di cambiamento culturale, dalle parole, ai pensieri, ai fatti.

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    2. A me ha colpito la brevità dell'articolo, come se dovessero fare un report di un fatto di ordinaria amministrazione. Non c'è nessun approfondimento della vicenda, eppure negli altri articoli che hai segnalato c'erano fiumi di parole su argomenti inconsistenti. Non è ingiusto già questo?
      Comunque il lavoro che fai è utilissimo!
      Laura

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    3. Ammetto che ho riletto più di una volta le ultime righe dedicate al provvedimento di arresti domiciliari: pensavo di essermi sbagliata. Già, finché ci sarà qualcuno che ritiene appropriati gli arresti domiciliari per l'aggressore della convivente, non ci dovremo meravigliare del black out logico dei cervelli giornalistici.

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    4. Ti verranno a raccontare che il carcere è sovraffollato, che per un reato così "minimo" bastano i domiciliari, che è una pena prevista dalla legge, che c'è la benedizione del Papa...Insomma, la scelta alla fine risulterà la migliore possibile, dal punto di vista pratico. Fatto sta, che chi ci rimette sempre è la donna.

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    5. condivido in pieno! ma come gli viene in testa a quei _retini di giudici di farlo tornare a casa, sto' _tro__o? E poi ci mervigliamo quando succedono le disgrazie ... e poi la storia dell' orologio, messa così in evidenza, come se un cinturino rotto (e le altre fesserie citate in maniera cosi particolareggiata negli altri articoli) fosse + importante della vita di una donna, di una persona, di un essere vivente!... inorridisco: Ma in che posto viviamo, noi?

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    6. Che vergogna! Mah del resto non mi meraviglio quando io ho denunciato la violenza di mio marito su mia figlia, il carabiniere non solo non mi credeva ma voleva accompagnarmi a casa e parlare con lui...così immaginate come si sarebbe incazzato poi con me quando il furbo di carabiniere se ne andava e io restavo sola con il marito violento.
      Qui si parla proprio della mancanza di sensibilità sulla gravità di questi fatti, tra 15 anni fà e ora non è cambiato molto.
      Complimenti Benedetta per il tuo lavoro.

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      1. Ma chiedo: ma con tutti i corsi di formazione del Fondo Sociale Europeo, che ti insegnano anche come sbucciare una cipolla senza piangere, un modulo su come affrontare i casi di violenza domestica, no? Alle forze dell'ordine le mandano in giro così, come Terminator?

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    7. Ciao, mi sono iscritta al tuo blog, mi vieni a trovare nel mio ? Mi farebbe molto piacere. E' questo: http://womanandloves.blogspot.it/
      .....A PRESTO ! Laura

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    8. Però che io sappia i domiciliari vengono concessi solo se qualcuno firma. Ergo, la compagna ha firmato.
      Ancora più triste...

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