venerdì 7 gennaio 2011

Tradimenti, eredità, veleni e giornalismo

Una volta, tanto tempo fa, volevo fare la giornalista. Ai tempi del liceo curavo il giornalino della scuola, un appuntamento mensile la cui parte più apprezzata era l'oroscopo, dove il segno della vergine se la vedeva sempre male. Poi ho cambiato rotta, un po' demotivata dall'eccessiva gavetta che i giovani dovevano fare per svolgere questo mestiere, e un po' dubbiosa sulla qualità del lavoro di molti giornalisti. Cambiare idea non mi ha mai turbata più di tanto. In fondo, prima della giornalista, volevo fare la veterinaria. E prima ancora l'annunciatrice TV, tipo Nicoletta Orsomando, che ci introduceva ai programmi della serata. Oggi, per fortuna, non mi ritrovo a sverminare gattini o ad estrarre vitelli dalle mucche, né a lavorare in Rai. E, aggiungerei, nemmeno a scrivere di notizie che sembrano uscite dal delirio onirico di un tronista di Maria De Filippi. A questo proposito, ho sorvolato sugli articoli che recentemente ci aggiornavano sul caso di Avetrana, raccontandoci che proprio un tronista (ruolo professionale che ancora mi sfugge) avrebbe presentato un calendario venduto a fini benefici per aprire un canile in memoria di Sarah Scazzi. E penso che il motivo per cui in televisione ormai non ci siano più i programmi satirici di una volta, non dipenda dalla censura di Stato, ma dal fatto che la realtà è già fin troppo satirica di per sé.
Comunque oggi, leggo un altro articolo inconsistente. O forse consistente. Non lo so, sto ancora cercando di capire. Sul Corriere si sono sentiti in dovere di informarci su un fatto. Ci dicono che il senatore americano Edwards è stato escluso dall'eredità della moglie, morta il 7 dicembre scorso, perché l'aveva tradita nel 2006 con una collega della campagna elettorale, da cui aveva avuto un figlio. Elizabeth Edwards, che a questo punto per rispetto, chiamerei con il suo cognome da nubile (io, come giornalista avrei avuto questa sensibilità), Elizabeth Anania quindi, si era separata dal marito agli inizi del 2010. Tutto il patrimonio di Elizabeth è stato intestato ai figli e verrà amministrato dalla più grande, che attualmente fa l'avvocato. Ecco, questa è la notizia così come ci viene riportata. E che cosa emerge da questo articolo, oltre al fatto che difficilmente vincerà il premio Pulitzer? Quali riflessioni dovrebbe stimolare? Ma soprattutto: è una notizia? A me, francamente, pare una storia normale. Cosa c'è di tanto sensazionale in una vicenda del genere? Il fatto che una donna tradita possa escludere il marito dalla possibilità di godere dei suoi beni? È questa la notizia? Il fatto che questo possa sembrare un po' strano, o un po' forte, o un po' degno di essere discusso, mi lascia alquanto interdetta. E forse i giornalisti che si sono occupati del caso hanno pensato: "Ma guarda un po' tu che cosa può succedere. Un senatore perde l'eredità perché ha tradito la moglie. Questa moglie doveva essere veramente inviperita." E ci credo. Perché l'articolo non ne parla, ma Elizabeth Anania era malata di cancro dal 2004. Il marito la tradisce nel 2006, fa un figlio con un'altra e poi nel 2008 annuncia pubblicamente la sua scappatella. Nel 2010 Elizabeth ottiene la separazione e, finalmente, mesi dopo, può morire in pace. Sicuramente il senatore non avrà di che patire per la mancata eredità. Non è una questione di denaro. Ma una questione di principio e di rispetto. E una questione su cui, forse, Elizabeth non avrebbe gradito discutere con la stampa. Perché adesso, dopo questo articolo, questi sono i commenti nel bar sotto il mio ufficio:
"Oddio! A tanto può arrivare una donna ferita!"
"L'ha fatto proprio per dargli fastidio, tanto quello i soldi ce li ha."
"Vendicativa."
"Sì sì, è comprensibile, però dov'è la capacità di perdonare delle donne? Dov'è finita la loro indulgenza?"
"...la loro comprensione di madri?"
"Hillary Clinton, il marito l'ha perdonato."
"E infatti guarda dov'è arrivata."
"Eh ma, chi dice donna, dice danno."
"Sì, le donne sono imprevedibili."

3 commenti:

  1. Quando si parla di giornalisti io penso sempre alla sensibilità di alcune parruchiere... all'ironia di alcuni macellai... alla gradevolezza del mio ciabattino che rifà i tacchi ai miei stivali... alla prontezza di spirito della signora che mi vende la sabbia del gatto... alla generosità del postino. E' gente che in vita sua non ha scritto un rigo ma che spesso quando parla sa di cosa parla e riesce a scindere benissimo l'interessante dal non interessante.

    Marta.

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  2. nessuno ha commentato il fatto che la signora in questione avesse un patrimonio da lasciare in eredità? ...tipo "sicuro con la separazione la lo ga spelà"

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  3. Quando si parla di giornalisti, a me viene sempre in mente quando c'è qualche convegno da organizzare e quelli ti chiedono se c'è il buffet.
    Quanto alle domande sul patrimonio della signora, ovviamente nessuno mette in conto che pure lei possa avere lavorato nella vita.

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