lunedì 14 febbraio 2011

Se non ora quando - Trieste

"Com'è bello far l'amore da Trieste in giù" cantava la Carrà duemila anni fa. E in effetti Trieste, la mia città, è sempre stata abbastanza nota nell'immaginario collettivo nazionale come il posto in cui maggiormente si indulgeva alle gioie dell'amore. Sarà perché è sempre stata un porto di mare, sarà perché ha vissuto sotto l'influsso austriaco fino a poco meno di un secolo fa, sarà perché le triestine hanno sempre avuto fama di essere bellissime. Non lo so. Comunque, tanto per dire, mia nonna materna negli anni Trenta andò a trovare dei suoi parenti che si erano trasferiti nel Lazio, e ci andò da sola, in treno. Sempre da sola, mia nonna usava andare al cinema, per godersi qualche momento di relax. Arrivata a Latina, mia nonna fece scandalo, ovviamente. Trieste ancora oggi ci dimostra che quello che dico è vero: nei bar del centro si incontrano signore di ottant'anni che bevono caffè e fanno conversazione. La città ne è piena. Di bar e di signore di ottant'anni. Una volta, dal parrucchiere, ho sentito un'anziana signora raccontare che dopo la tinta sarebbe andata al mare, lasciando al marito un buonissimo panino con la mortadella sul tavolo della cucina. Basta spostarsi qualche chilometro più a nord, o più a ovest, per notare già il cambio di scenario: i bar sono popolati da uomini di ottant'anni che bevono calici di vino e giocano a carte. Delle donne nemmeno l'ombra. Parlo di vecchie generazioni perché Trieste è anche una delle città con la media più alta di anziani d'Italia. Credo che tipo il 70% della popolazione qui abbia più di settant'anni. Ultimo breve dettaglio che vorrei precisare: Trieste è una città di destra. Per ragioni storiche, sociali, politiche che adesso sarebbe lungo spiegare. Ma fidatevi. In tutta la storia politica della città, l'unico sindaco di sinistra che abbiamo avuto è stato Riccardo Illy, l'imprenditore del caffè (poi diventato Governatore del Friuli Venezia Giulia). Quindi capite anche voi cosa intendo.
Insomma, tutto questo per dire che le donne a Trieste non hanno mai brillato per castità, né si sono mai particolarmente distinte per campagne di moralizzazione sessuale, né hanno mai dimostrato un particolare attaccamento ai precetti della Chiesa, e detestano i comunisti. In pratica, le sostenitrici ideali del nostro Presidente del Consiglio, che se non avesse concentrato tutta la movida ad Arcore, probabilmente sarebbe venuto a Trieste, magari intrattenendosi con donne più esperte, vista l'età media.
Questi pensieri stavo facendo ieri mattina, mentre andavo verso Piazza Unità d'Italia per partecipare alla manifestazione "Se non ora quando".
"Troverò qualcuno? E se sì, quanti saranno? Dieci, venti? Tre secondo la Questura? Maledetta pigrizia: dovevo andare a Roma."
E invece, con mio immenso stupore, grandissima gioia e anche un po' d'orgoglio campanilistico, ho trovato tremila persone ad aspettarmi. Cioè, ad aspettare e accogliere donne di tutte le età, fedi politiche e culture. Ovviamente l'età media della piazza si aggirava intorno ai sessant'anni, per forza di cose. Ma che c'entra. Ho trovato invece interessante notare come delle donne così storicamente libere e poco abituate a scandalizzarsi (dimenticavo: qui abbiamo anche il più alto tasso di topless da spiaggia, anche questo, ahimè, a tutte le età), abbiano scelto di scendere in piazza a protestare per la dignità calpestata. Voglio dire, dobbiamo essere proprio mal messe se addirittura le triestine sentono la necessità di mobilitarsi. E mi fa ancora più ridere la Santanchè (che già faccio fatica a seguire seriamente da quando la Cortellesi ha iniziato a imitarla), perché quando parla, assieme a Ferrara, di bacchettone e bigotte, non sa che un capoluogo di Provincia, nell'estremo Nordest, dove c'è il più alto consumo di Viagra del paese, la sta smentendo platealmente. Insomma, questa ennesima, sterile polemica delle donne moraliste che giudicano le escort e il loro diritto a prostituirsi, non sta né in cielo né in terra e né, aggiungo io, su nessun cartellone che ho visto alla manifestazione.
Evidentemente, le triestine (e i triestini) hanno sentito la necessità di dire qualcosa, di dimostrare un disagio. E si tratta del disagio che purtroppo anche in questa città le donne vivono spesso. Il disagio di sentirsi chiedere ai colloqui di lavoro se si ha intenzione di avere figli, il disagio di guadagnare di meno rispetto a un uomo a parità di livello e competenze, il disagio di non poter fare carriera, il disagio di non sapere dove portare i figli dalla fine della maternità al terzo anno compiuto del bambino. Sopportare tutto questo è già abbastanza impegnativo, se poi ci aggiungiamo anche il Rubygate, e cioè l'ennesima celebrazione del maschio dominante che si diverte sulla nostra pelle, beh, pure le triestine non ci hanno visto più. E mi pare anche tutte le altre. O meglio, tutte quelle che sono abituate ad affrontare quotidianamente i problemi e le difficoltà reali delle donne, piuttosto che a cazzeggiare con considerazioni politiche fini a se stesse (a destra come a sinistra).
Bene. Detto questo, accanto alle anziane signore di Trieste c'ero anch'io. C'erano diverse mie amiche. Molti conoscenti. Il fotografo Massimo Battista, che ringrazio per l'immagine d'apertura di questo post. Qualche politico in campagna elettorale per le prossime amministrative. E una mia cara amica dei tempi dell'Università, che è venuta con l'influenza, perché non voleva mancare. Il marito invece non poteva: doveva farsi la doccia. Giusto. L'igiene prima di tutto.

8 commenti:

  1. Io alla fine non sono andato, il perchè l'ho spiegato ampiamente nell'ultima nota di Facebook e ancora l'ho ripreso nel post di oggi del mio blog.

    Se avrai voglia di leggere e dirmi la tua mi farà molto piacere. Ciao.

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  2. Sì, ho letto, e per molte considerazioni sono d'accordo con te. Anch'io ho segnalato il fatto che, anche se Berlusconi si fosse comportato come un chierichetto la situazione delle donne in Italia sarebbe comunque rimasta pessima. E in effetti, tutto questo parlare di feste e di escort non centra pienamente il problema. Ma credo che ci possa comunque dare l'occasione di portarlo alla luce. Anche nel movimento femminista di quarant'anni fa si dicevano un mucchio di idiozie. E nei gay pride si vedono uomini seminudi che ballano sui tacchi avvolti in boa di struzzo. Però sono manifestazioni comunque indispensabili per portare all'attenzione dei temi ben più importanti. Per stimolare le discussioni. Se non ci fosse stato il movimento Se non ora quando, adesso non ne staremo parlando. Non parleremmo della situazione delle donne in Italia.
    Caro Andrea, le piazze da sempre portano con sé tanta confusione, tanti errori e a volte anche tanta violenza. In Egitto ce l'hanno dimostrato. Ma bisogna guardare oltre, e capire come le piazze alla fine riescono ad accelerare cambiamenti che nelle sedi istituzionali si fa fatica ad attuare. Certo, sarebbe bello che tutto nascesse dalle menti illuminate di chi ci governa. Sarebbe bello che l'Italia fosse come la Svezia. Ma non è così, e questi sono i fatti. E allora, meglio una manifestazione disordinata, politicizzata e parziale come quella di ieri, che almeno dà il messaggio dell'esistenza di una coscienza civile e della consapevolezza del problema.

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  3. Il tuo commento è uguale a quello che ti feci io per incoraggiarti a scendere in piazza quando nell'altro post ti interrogavi sulla manifestazione in questione ed eri indecisa se parteciparvi o meno. Quindi forse mi sono spiegato male io nella mia nota e nel mio blog.

    Io sono daccordissimo con te.

    Il mio discorso è semplicemente questo: io, te e tantissime altre persone parlavamo già del problema da anni e gli davamo risonanza, la piazza piena davvero mancava da anni ma se resterà rilegata a ieri la piazza piena non servirà a nulla. Io sono convinto che rimarranno nel 13 Febbraio 2011 queste piazze piene... spero di sbagliarmi... staremo a vedere.

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  4. bellissime le signore di trieste...ma sai che anche la mia vicina ottantenne, d'estate, ogni mattina, va in piscina in due pezzi, da sola, in bicicletta? :)
    anche io sono andata a manifestare con l'influenza, e infatti stanotte mi sono svegliata che tremavo con 39 e mezzo di febbre. però ne è valsa la pena. al di là dei discrimini intellettuali (anche sensati), era importante far vedere che c'eravamo e quanti eravamo.

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  5. Anch'io c'ero, a Udine.
    Mi ha fatto piacere vedere tra le tante donne anche molti uomini (e chi se lo aspettava dai friulani!).
    Sono ottimista e voglio pensare che questo sia solo il primo passo verso la presa di coscienza del problema.

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  6. Anche a Parma non è andata male: si parla di 6000 persone, nonostante un po' di pioggia. L'età media era piuttosto alta, ma c'erano anche giovani e uomini (ehm, e cani con regolamentare sciarpina bianca...).
    Ti segnalo un cartello molto grazioso che diceva più o meno così: "Ferrara, se noi siamo tutte snob e di sinistra, tu sei anoressico". Sono andata nonostante fossi anch'io perplessa sul fatto che probabilmente non servirà a molto, ma è comunque il segno di un disagio da non sottovalutare. La cosa più divertente è stata convincere i miei genitori che non c'era pericolo: che non ci saremmo messe a incendiare cassonetti e a spaccare vetrine. Anche perché, come ha osservato giustamente Franca Tragni (attrice e comica delle nostre parti, intervenuta all'evento), i saldi sono già finiti...

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  7. A Torino, secondo i giornali, eravamo 100.000.
    Forse il numero è un po' montato, e avranno contato anche quelli che in centro c'erano andati solo per guardare le vetrine, ma eravano comunque tanti.
    Quando la testa del corteo è arrivata a destinazione in Piazza Vittorio, la coda non era ancora riuscita a partire.
    Tante donne e tanti uomini, di tutte le età.
    Lo slogan che mi è piaciuto di più: "La dignità non ha genere né età".
    Perché sono andato: come persona, perché l'atteggiamento e i discorsi di chi ora guida il governo offendono tanto le donne (che valgono solo se hanno un bel corpo da mettere in vendita) che noi uomini (che valgono solo se hanno tanti soldi con cui comprarsi tanti corpi di donne).
    Come lavoratore e come padre, di una ragazza di 16 anni (che è vebuta con me), e come faccio a dirle di stare a casa a studiare quando ci sono di quelle che alla sua età a fare da tappezzeria ad Arcore guadagnano in una sera quanto io in tre mesi. E pure esentasse.
    Come cittadino, perché che la P.R. di Silvio sia pagata con i soldi nostri e possa votare leggi che ci riguardano, per me è motivo sufficiente perché si dimettano tutti e due.
    Come italiano, perché eravamo riusciti a diventare l'Italia di quello che salva la Chrysler (fra le altre cose), e adesso siamo solo più l'Italia del bunga bunga.

    Nota che finora ho dato per scontato che tutto ciò che dicono i giornali (di sinistra) siano menzogne e che Silvio a casa sua abbia fatto solo innocenti e caste cene.

    Perché se è così, è peggio ancora.

    Una escort esercita un mestiere, discutibile magari, ma mestiere. Si fa pagare in cambio di qualcosa, e di una professionalità. Il sito della D'Addario, per esempio: è quello di una professionista.

    Le ragazzine pagate solo perché il capo dello stato le mostri ai suoi ospiti a mo' di trofeo o di calendario vivente, e che se il vento gira dalla parte sbagliata restano senza un euro e senza una casa, un po' mi mette tristezza e un po' mi fa incazzare.
    Per questo sono sceso a manifestare.

    Scusa lo sfogo!

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  8. Bene. Quindi qui abbiamo: una con 39 di febbre, una che testimonia la presenza in piazza dei maschi friulani (!), una che ha convinto i genitori sul tono pacifico della manifestazione (anch'io mi sono chiesta dove fossero i black block; evidentemente prediligono proteste più maschie) e un padre che deve spiegare a sua figlia chi glielo fa fare di studiare e lavorare. Non vedo suore e non vedo comunisti. Dovrebbero tenerne conto certi giornalisti. In questi giorni ho letto veramente di tutto. Addirittura un giornalista che si lamentava perché tra la folla gli hanno pestato un piede e questo secondo lui era segno di incoerenza per una manifestazione che parlava di rispetto e di dignità. Ma come disse qualcuno più autorevole di me: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
    Avanti così.

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