martedì 3 luglio 2012

Questa è la crisi, baby

La crisi ha inciso alla fine anche su questo blog, perché ho dovuto disertare le questioni di genere, per occuparmi di altre cose, tra cui, la mia sussistenza. Lo saprete benissimo anche voi: non stiamo vivendo un bel periodo, ma la cosa più grave non è tanto la scarsità di denaro in circolazione, quanto invece la scarsità di cultura, di senso civico, di adesione alla realtà. Siamo al ribasso su tutto, non c'è etica perché costa troppo, non ci sono valori perché fanno perdere tempo, non c'è rispetto per le persone perché non ha un ritorno. Si parla tanto di crisi economica, ma il lato finanziario è solo la minima parte di un sistema abbruttito già di per sé. La cosa che mi ha tenuta più impegnata, ultimamente, è la gestione dei rapporti di lavoro. In Italia le cose vanno male perché è il lavoro, prima ancora della cassa, che va male. Il ricatto è la forma più diffusa di contratto. "Se mi fai pagare adesso, non lavori più con me". "Se non lavori anche il sabato e la domenica, non ti rinnovo il contratto". "Se non accetti queste condizioni, fuori c'è la fila". E in effetti fuori la fila c'è veramente: masse di disperati che pur di avere un minimo di entrata cedono al ricatto, rovinando così il mercato in cui essi stessi poi si troveranno. Una volta, di fronte alle stesse criticità, le persone si riunivano e combattevano insieme per il RIALZO e non per il ribasso. Ma adesso manca la voglia, in certi casi, e l'energia in altri, per combattere veramente, per fare squadra.
Con questa premessa riprendo le fila del discorso lasciato più di un mese fa e vi dimostro come in effetti non sia sempre e solo il denaro il problema:



Ecco. Questo spot fa parte della campagna promossa dall'Unione Europea per attrarre più donne nei settori della ricerca scientifica. Insomma, in poche parole il brief diceva grossomodo così: chi l'ha detto che gli scienziati devono essere per forza maschi? Orsù, donne, la scienza è anche una cosa per voi!
Peccato che poi il messaggio che ne deriva è questo: "Care donne, lo sappiamo che siete un po' stupidine e che pensate solo allo shopping e ad abbinare le borsette alle scarpe. In ogni caso, siccome siamo per le pari opportunità, vi dobbiamo informare che, volendo, potreste diventare anche voi delle scienziate. Come vedete da questo spot, gli scienziati maschi, che stanno lavorando seriamente nei laboratori di tutta Europa, vi aspettano con trepidazione. Soprattutto se sarete carine con loro".
Questo spot è stata talmente una cagata pazzesca, che l'hanno oscurato quasi subito dal sito ufficiale dell'iniziativa. Il problema è che poi è rimasto comunque il sito: http://science-girl-thing.eu/ dove potete ammirare un trionfo di cuoricini, di iconcine colorate, di ragazze che si fanno la foto con l'iPhone. Insomma, da ogni parte un unico grido di dolore: SIETE DEFICIENTI.
Allora, riprendendo il discorso di prima, questa è la percezione della realtà che molti hanno (e purtroppo quelli con potere decisionale). Mentre la realtà è invece questa:


Adesso mi direte che è ovvio e che esagero, ma voi rappresentate purtroppo una minoranza di persone che si fanno domande, che si interrogano su alcune cose e che magari a volte vogliono anche farsi qualche risata. Probabilmente il video della Montalcini sarà invece commentato dai più, come "una palla", "una vecchia rincoglionita che parla a quattro sfigate", "quella che chiede se potrà tornare in Italia è la solita che vuole la pappa pronta e che non vuole sacrificarsi", "e comunque la cinesina non è male".
Ecco, QUESTA è la crisi, secondo me.

8 commenti:

  1. l'ho condiviso dappertutto, bellissimo post, bellissima interpretazione del tema, pessimo spot. mi sono sentita umiliata, peggio che guardando le veline.

    ah, e per il concertto del ribasso, sono purtroppo di nuovo d'accordo con te, e mi mette una tristezza nel cuore scegliere il risparmio piuttosto che l'etica. Ma purtroppo, ho ancora una banca che finanzia la costruzione delle armi perché pago meno interessi, e compro dai cinesi perché costa tutto 1 euro.

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    1. Infatti il problema principale è che manca una massa critica che faccia la giusta pressione alle aziende. Purtroppo adesso i rapporti di potere sono troppo sbilanciati.

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  2. Guarda... vorrei dirti che sono d'accordissimo con te, perchè lo sono davvero, ma mi sembra di un banale! Ossia..... vorrei dirti di più!
    Mi sale un non-so-chè che mi parte dai piedi, arriva alla gola e poi devo assolutamente deglutire se penso che la nostra crisi è proprio la realtà che hai descritto.
    Se non noi i nostri figli sicuramente vivranno situazioni di ricatto morale , emotivo e giù di lì, se non lo hanno già vissuto. Il problema è che non puoi nemmeno dire "fregatene!" e vai avanti per la tua strada perchè non sai se domani potrà pagarsi l'affitto e il cibo....
    Santo cielo una volta si diceva ai figli di esprimere sempre la propria vera personalità perchè li avrebbe portati in alto ora si dice (io non sono ancora riuscita a dirlo ai miei figli) di accontentarsi di ciò che trovano. E' un orrore secondo il mio modestissimo e umilissimo parere!
    Aspettiamo i saldi e compriamo anche schifezze......
    sarà un bene? Non lo so! Purtroppo per tante tasche lo è.

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    1. Non so che età abbiano i tuoi figli, ma francamente spero che quando i miei (di 5 e di 2) saranno grandi, la situazione sarà cambiata in meglio, perché alla fine saremo riusciti a invertire la tendenza. Il futuro dipende da noi adesso.

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  3. Mi soffermo sulla tua premessa che condivido in pieno anche nei toni! Anzi, si potrebbe tira fuori qualche immagine colorita in più. Chi ci guida da decenno ormai non solo ha estromesso almeno una generazione da qualsiasi possibilità di dinamica socialmente o politicamente rilevante (a meno che di essere una velina) ma pretende di imporre le proprie ricette ad una male (la crisi) che ha provocato per una visione miope e avida del proprio presente. Ricette fatte passaer come ineccepibili, ma con ricadute sociali distoniche. Tanto distoniche da rendere il futuro una visione al ribasso, non un orizzonte di speranza. E la cosa più grave ci hanno abituato a non fare squadra... sarebbe troppo pericoloso.

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    1. A mio padre, pensionato settantenne e persona retta e onesta, quando si lamenta perché il Governo Monti gli sta togliendo un sacco di soldi, rispondo sempre: "Non è certo colpa mia..."
      Capisco mio padre, ma sicuramente la nostra generazione non può farsi carico pure del malcontento di quelli che hanno costruito le basi (consapevolmente o inconsapevolmente) per questo sfacelo.
      Ora c'è un conto salato da pagare. E io non lo pago perché non ho i soldi per farlo. Mi dispiace.

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  4. Per la seconda parte: http://www.ingenere.it/finestre/science-its-girl-thing-il-flop

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