giovedì 14 febbraio 2013

Ridiamo e battiamo le mani


Io, figlia della televisione, cresciuta assieme alle reti Fininvest, quando il logo di Canale 5 era una specie di lombrico con la testa di drago cinese (poi chiamato "Biscione"), Italia 1 era la rete dei gggiovani e Retequattro quella dei vecchi, sono stata educata, assieme all'intera mia generazione, a pochi ma solidi principi:
- la RAI non si guarda
- la felicità è un must assoluto, purché si tenga la TV sempre accesa
- se non sei felice è perché Tana delle Tigri minaccia i bambini di un orfanotrofio
- la mitologia greca ha incredibilmente plagiato la trama di Pollon
- è normale avere una quinta di reggiseno
- il progresso si sostituisce a Dio, da quando ha creato il telecomando e tu non ti devi più alzare dal divano per cambiare canale

Faccio queste considerazioni nostalgiche, quando, trent'anni dopo, mi trovo davanti al monitor del mio portatile, guardando un filmato su youtube e vedo il mio educatore, il mio creatore di felicità, che chiede a una giovane signora se viene e quante volte viene. Mi aspetto che da un momento all'altro salga sul palco l'Uomo Tigre facendo una delle sue mosse vincenti, prendendo quell'uomo cattivo alle spalle, stringendo i suoi bicipiti attorno al collo. Ma non succede niente. Allora penso che forse quella donna è in realtà Wonder Woman e adesso lancerà il suo cerchietto di metallo in faccia al suo dileggiatore, ma niente.
Faccio appello a tutta la mia razionalità e penso che forse potrebbe telefonare almeno la fidanzata di lui, dicendogli di smetterla di fare il porco con qualsiasi cosa respiri. Potrebbe reagire quella donna, vincendo il suo imbarazzo e dirgli di vergognarsi, che c'ha ottant'anni e che è patetico e che è lui che non viene più da duemila anni.
NON SUCCEDE NIENTE.
No, una cosa succede: risate e applausi dal pubblico.


Ed eccoci qui, paralizzati come è paralizzata tutta l'Italia. Paralizzati perché chissà dove abbiamo lasciato la nostra dignità, per cui accettiamo tutto "perché sennò chissà che cosa ci succede, perché potremmo perdere il lavoro, i soldi, l'approvazione della gggente". Allora ridiamo. Ridiamo e battiamo le mani, noi che siamo cresciuti con il concetto dell'applauso a comando. Ridiamo e battiamo le mani come tanti bambini deficienti.

Ma piangiamo anche. Ci commuoviamo davanti alla tenerezza di quest'uomo che adotta una cagnolina. Non solo, ma quando non siamo tra quelli che lo votano, quest'uomo, quando siamo tra coloro che lo disprezzano, che non lo vorrebbero vedere mai più, perché non gli diamo alcuna fiducia né credibilità, ci comportiamo comunque come lui ci ha insegnato, e allora facciamo le battutacce sul
fatto che lui adotta l'ennesima cagna. Lui è un ladro, un approfittatore, un disonesto, ma le donne che frequenta sono peggio, sono delle cagne. Cagne in calore. Animali. Cose. Non umane. Minus quam. Meno di zero. Meno di lui.


E quindi vale tutto. Anche Neri Marcorè che dice a Mara Carfagna che almeno con lei qualcosa si tira su. Perché la Carfagna è un'altra cagna. L'ennesimo animale che circola in Italia. E le si può dire di tutto, perché lavorava in TV e ha fatto un calendario, per cui, se fai queste cose, lo devi sapere
 che diventi cagna e che la gente ti disprezzerà perché non badi a sufficienza alla tua virtù. E trovo ipocriti anche quelli che giustificano i loro insulti dicendo che la Carfagna è una politica inconsistente, perché se è così, dici che è una politica inconsistente e non una cagna.

Oggi è San Valentino.
Umberto Smaila, salvaci tu.

10 commenti:

  1. concordo su quello che hai scritto. ma mi sfiora un pensiero: qull'individuo non sembra lasciare le cose al caso. Si trovava in uno sperduto paese della provincia più remota a parlare di un green power che i più confondono con enel ma non c'entra. Se non ci fosse stato sto siparietto, oggi chi saprebbe dire il nome del paese o dell'azienda? E se avesse voluto creare l'evento perchè il suo passaggio non venisse dimenticato il giorno dopo? se è così ci è riuscito, a distanza di giorni continua a far parlare di se. E allora basta, indignamoci ma in silenzio. Teniamo a mente il fatto per reagire meglio la prossima volta, ma ora basta, non regaliamo altra visibilità gratis a chi non merita nulla.

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  2. Credo che noi nati negli anni Settanta, accanto a un incredibile bagaglio di stronzate, ci portiamo dentro anche un senso di morte e decadenza che non ci abbandona mai. E questo lo noto anche in te :) per fortuna!
    Angela

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  3. Avete entrambe ragione. Ma avete notato che la signora del fotovoltaico è identica a Sabrina Salerno?

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  4. no, non avevo notato che fosse strabica, e non andrò a rivedere il filmato per questo :)

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  5. Carissima finalmente riesco a partecipare al tuo blog e ti giro quello che mi ha scritto una collega stamattina a me ha fatto pensare scrisse Elsa Morante

    “Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuol rappresentare.
    Elsa Morante”
    Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...
    Un abbraccio

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    1. Sì, in effetti io avevo pensato a qualcun altro. Che per altro ha apprezzato Mussolini recentemente... potrebbe essere suo fratello gemello!

      E cmq, Benedetta, finché ci saranno donne che si prestano a queste "scenette" non potremo mai essere considerate meglio di quanto quest'essere ignobile fa.
      Io (e probabilmente molte altre Donne, quelle con la D maiuscola) al posto suo gli avrei dato un bel ceffone plateale. E ne avrebbero parlato per ben più che 3 giorni io credo....

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    2. È da tempo che facciamo confronti tra Mussolini e i suoi eredi, tra i discorsi di D'Azeglio e gli articoli di cronaca dei nostri quotidiani, ma alla fine - e non so come - continua a non cambiare un accidenti di niente.

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  6. Con tutta la stima per Elsa Morante, le sue considerazioni erano veramente fuori della realtà: il regime fascista aveva abolito la libertà di stampa, la libertà di associazione, e la libertà di espressione, e l'unica libertà di espressione permessa agli italiani e alle italiane era lo "ius murmurandi", quella cioè di raccontarsi barzellette prestando la massima attenzione al fatto che chi le ascoltava non fosse un potenziale delatore. Per chi criticava il regime c'era il carcere e/o il confino, e per chi non aveva preso la tessera del partito nazionale fascista non c'era nessuna sanzione esplicita, tranne il blocco della carriera, in tutti i tipi di impiego. A tutto il resto provvedeva una onnipresente e pervasiva propaganda in tutti gli ambiti della vita associata.

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    1. Sicuramente fuori dalla nostra realtà, che lei, per fortuna sua, non ha mai visto. Ma c'è stato un momento, anche abbastanza lungo, in cui Mussolini e la democrazia hanno convissuto, quando al Parlamento sedevano deputati liberali e le persone erano libere di esprimere parere contrario. Ma non successe nulla. Nessuno fece niente. Il re non intervenne. Le piazze furono mute. Eppure all'inizio i fascisti erano quattro gatti spelacchiati. Questo dal '22 ad almeno il '24, quando uccisero Matteotti. E anche di fronte al suo omicidio, non ci fu alcuna reazione adeguata. E lì fu la fine. Oggi sento discorsi allucinanti sul fatto che le tangenti si pagano e che ci sono troppi moralismi, che la magistratura va ridimensionata. A ogni occasione si alza la posta, si spara più grossa. Questa è la similitudine più inquietante. Si fermerà? Quando? Per mano di chi?

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