martedì 25 gennaio 2011

Il precariato delle escort

Oggi sento una sorta di pressione mediatica. Vedo post su facebook, leggo anatemi sugli altri blog, sfoglio pagine di giornali pieni di articoli sulla deriva morale. E io sono qua, a scrivere di varie amenità. Su uomini e donne che si sforzano di convivere pacificamente, di piccoli eventi quotidiani che ci rovinano le giornate, di bambini, di cartoni animati, di treni e supermercati. Mi sento inadeguata. Qualcuno mi ha anche chiesto: "Ma non scrivi niente su Berlusconi?"
E che cosa potrei mai scrivere che non sia già stato detto o scritto? Ma soprattutto: come preservare intatta la mia ironia e leggerezza? Come mantenere invariata la voglia di vivere?
A dire la verità non sono poi molto scandalizzata dalle recenti vicende. Insomma, non vorrei dire la solita frase supponente (che però dà sempre tanta soddisfazione): "Ve l'avevo detto". Sì, perché il fatto che in Italia siamo paurosamente indietro con le pari opportunità, il fatto che non si possa circolare con i passeggini, il fatto che non si possa cambiare un bambino in un bar o in un ristorante, il fatto che i padri non abbiano cinque mesi di congedo obbligatorio di paternità, il fatto che la gente mi guarda male se regalo una cucina Ikea a mio figlio, alla fine, tutti questi fatti, portano a questo risultato. E qual è questo risultato? Che un uomo di potere ultrasettantenne possa intrattenersi con delle giovani donne (che ne ricavano lauti compensi), senza perdere il gradimento nei sondaggi. Perché in fondo è un maschio e gli piacciono le femmine. Che ci può fare? Anzi, cosa sarà mai tutto questo clamore attorno al mito del fascino latino? Sì, vabbè, magari avrà commesso qualche leggerezza, perché in fondo, il maschio latino è sempre un po' ingenuo. E anche molto creativo e fantasioso. Per quello gli è scappato di far passare una ragazza marocchina per la nipote di Mubarak. Se gli italiani non fossero fantasiosi, non potremmo avere un'intera economia basata sull'export del made in Italy. Di giustificazioni se ne possono trovare mille. E sono tutte dettate dalla nostra cultura. La stessa che poi, nelle ricerche, ci dice che più del 70% delle donne, dopo il lavoro, svolgono i lavori domestici, cucinano e stirano, mentre gli uomini no. La stessa cultura per la quale è figo organizzare un evento sulle automobili e farcirlo di ragazze seminude. Possibilmente distese sui cofani di quelle macchine. Per esempio. Insomma, tutto quello che ho scritto finora su questo blog, porta alla conclusione che vediamo oggi in tutti i telegiornali (compreso quello di Minzolini, che giustamente non si sottrae alla legge del gossip), e che leggiamo dappertutto, online e offline.
E che dire poi di Ruby e le altre? L'ho scritto in un commento sul blog di Stefania: sono rimasta colpita dai discorsi intercettati di una di queste ragazze. Stava parlando con la Minetti, l'ex igienista dentale del Premier, ora consigliere regionale della Lombardia, e si lamentava della sua situazione di precariato. Diceva che era stufa di aspettare, che non poteva mica rischiare di ritrovarsi senza niente in mano ed essere costretta a cercarsi un lavoro da 1000 euro al mese come tutti i suoi coetanei. No, la prospettiva la terrorizzava. Voleva un tornaconto concreto da Berlusconi. Voleva sistemarsi, insomma. Questo particolare della faccenda, questa conversazione surreale, mi ha fatto ridere. E mi ha fatto anche riflettere. Perché pensate a quanti sacrifici avete fatto per arrivare dove siete adesso, a tutti gli anni sui libri, alle interrogazioni a scuola, agli esami all'università, e poi ai colloqui di lavoro (e soprattutto alle risposte all'invio dei vostri curricula: "Siamo spiacenti di comunicarle che..."), agli stage non retribuiti, ai contratti a progetto senza ferie, senza malattia, ma con "obbligo" di orario fisso (almeno dieci ore), agli stipendi pagati poco, pagati in ritardo, non pagati, ai colleghi maschi che invece andavano avanti, ai capi che vi strizzavano l'occhio e a cui non avete mai risposto. Ecco, pensate a tutto questo e poi pensate a Ruby, diciotto anni appena compiuti, ma anche a Patrizia D'Addario, o alla Minetti stessa, o pure alla vostra ex collega che ottiene una promozione perché l'ha data al suo capo, o a tutte quelle donne che si barattano per andare avanti, per fare carriera, per arrivare dove voi non arriverete mai. Che effetto vi fa? A me un'invidia pazzesca, giuro. Nei momenti di stanchezza mi ritrovo a pensare: "Se solo avessi due gambe come quelle di Ruby, i suoi capelli. Chissà dove sarei adesso. Siccome sono anche abbastanza stronza, sicuramente molto in alto." Ma poi leggo quell'intercettazione sulla precarietà e mi ravvedo. Ormai l'offerta ha superato la domanda. La "via più facile" non è più tanto facile. È diventata stretta quella via, e piena di concorrenti agguerritissime. Tipo il concorso di Miss Italia, o il casting per scegliere due veline su 500.000 candidate. Lele Mora non ha più spazio nella sua agenda ormai. Pensate che sfiga: oggi una donna non può più nemmeno prostituirsi in pace per ottenere quello che le pare, perché il sistema è talmente saturo di questi meccanismi, che quella donna rischia di rimanere pure disoccupata e col reale rischio di dover mandare il curriculum alle agenzie interinali. Solo in pochissime ce la fanno, per tutte le altre c'è lo stesso nostro destino: il precariato, l'incertezza, l'incognita del futuro. Ma almeno, mi consolo io, non avrò dovuto darla a un settantenne. Che non è poco.

9 commenti:

  1. Mi hai fatto sorridere. Un sorriso amaro, però.
    Io sono incazzata, credo di averlo anche mostrato più volte sul blog.
    Mi manda in bestia non tanto il comportamento di Silvio B. (tanto lo conoscevamo, no?), quanto l'assoluto vuoto intorno.
    Nessuna alternativa, niente di niente.
    Solo un proliferare di iniziative che sono gocce nel mare, mentre ci sarebbe bisogno di un muro d'acqua che spazzi via tutto.
    Troppp pessimista?

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  2. ma dici che il servizio scorta serale funziona anche per chi lavora al san raffaele per 1000 euro al mese,come ricercatrice o specializzanda?Pochi mesi fa una di loro è stata violentata di sera in via olgettina e ,visto che mia figlia quasi tutte le sere finisce verso le 22 di lavorare,io sarei un po' preoccupata...se chiedo il numero della scorta pensi che posso chiamarli?

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  3. Stefania, come dici tu, manca l'alternativa. Se spazzassimo via tutto, non rimarrebbe semplicemente più niente.
    Per quanto riguarda invece il servizio scorta serale, credo che il nostro Premier sarebbe molto sollevato nel ricevere questa richiesta, anziché i soliti costosissimi compensi in denaro. Perché poi, tra l'altro, le scorte le paghiamo noi con le tasse.

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  4. I 70enni che vanno con le ragazze ci sono sempre stati e le ragazze che prendono le scorciatoie pure, forse non c'era così tanta attenzione su di loro. La cosa che trovo veramente tanto triste è che, come dice Benedetta, è diventato un malcostume generale; un circolo con il numero di soci in massiccio aumento. Soprattutto mi urta lo spregio di queste ragazze verso la normalità, la fatica del lavoro e del sacrificio come se fossero un'onta, come se le ragazze precarie fossero delle sfigate e delle perdenti. Guardo anche alla compagna di Fini che avendo trovato una sua ufficialità ha candeggiato il suo recente passato, e mi domando... i loro genitori dove stanno? Io credo che cominci tutto da lì: sono assenti o peggio... le spalleggiano!

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  5. Quando sento parlare dei genitori, mi vengono sempre in mente le immagini delle madri che accompagnano le figlie ai casting. Le avete mai viste quelle madri? Quelle madri-sorelle? Quelle madri-amiche? Quelle madri che fanno di tutto per far passare la figlia davanti alle altre in fila? Ecco, secondo me è nelle file che si capiscono veramente le persone.

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  6. La cosa davvero triste è che se ne fa un gran parlare, tutti sconvolti (chi più chi meno), colpi di scena, trasmissioni che toccano il fondo, annegano nello squallore, discussioni senza fine sull'argomento...ma poi non sembra cambiar nulla. Spero di sbagliarmi, ma in tutto questo non vedo l'ombra di una volontà di rinnovamento, di sforzarsi di creare e credere in alternative, di pretendere che le cose cambino. Ho letto solo un aberrante articolo ieri sulla Gelmini&co, che per risolvere il problema dell'occupazione in Italia hanno accusato i giovani di essere troppo viziati, troppo tonti, di scegliere la strada sbagliata e non quella più redditizia (non credo intendessero quella di Arcore, almeno non apertamente...). Mi torna in mente un film di circa 50 anni fa, con la Loren, forse era "Il segno di Venere", in cui lei fatica a trovar un impiego perché ai colloqui di assunzione le arriva puntuale una bella manata sul sedere, e lei non ci sta. Son passati 50 anni eh, ma cos'è cambiato, e soprattutto cosa e come cambierà??

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  7. ma di quale risposta ai cv inviati parli? :)
    guarda benedetta, credo che alla fine sull'argomento ci scriverò anch'io, ma a me ruby e la minetti non fanno nessuna invidia. come dici tu, io non l'ho dovuta dare a un settantenne e guadagno quello che mi serve per vivere. mi fa incazzare che lo stipendio della minetti lo pagano i contribuenti e che lei dovrebbe rappresentarci (o almeno rappresentare i lombardi), quello sì, quello mi fa proprio incazzare. ma le ruby credo che siano delle poverette, che però in qualche modo se la cavano sfruttando il sistema maschilista. contente loro.

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  8. Eh sì, sfruttano il sistema maschilista, però così lo giustificano anche. Insomma: dov'è finita la solidarietà femminile?

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  9. d'accordo che se lo sfrutti vuol dire che ti va bene e non stai facendo niente per cambiare le cose, ma io credo che nelle ruby più che mancanza di sorellanza, ci sia proprio ignoranza, bisogno di vivere alla giornata, furbizia da poveri...

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