lunedì 10 gennaio 2011

Una bella gnocca sul calendario

Tanto tempo fa, quando avevo ancora tanto tempo libero da dedicare ai sogni e alle fantasie più audaci, quando vivevo ancora a casa dei miei genitori e quando il mio mondo era degnamente rappresentato dalle quattro mura di camera mia, il mese di dicembre era dedicato alla ricerca del calendario più appropriato per accompagnare la mia giovinezza in tutti i mesi dell'anno. Prima dei calendari, campeggiavano i classici poster dei cantanti staccati da settimanali per ragazzine smaliziate. La domenica andavo a messa e poi compravo in edicola Cioè, dove trovavo interessanti disquisizioni sull'esperienza del primo bacio (che immancabilmente suscitavano le domande più inquietanti delle lettrici, tipo: "Rimarrò incinta?"). Lo so, questo racconto getta un'ombra scura su di me e sul mio passato. Molte di voi saranno rimaste turbate dal fatto che io potessi leggere Cioè. Altre, che io andassi a messa ogni domenica. Ma non ho detto tutto. Ho fatto anni di catechismo dai gesuiti. Comunione e Cresima. E la cosa assurda era che ci andavo perché i miei genitori (laici) credevano che fosse un arricchimento culturale. E in effetti era così. Poi, con gli anni, ho imparato a condurre la mia vita secondo i valori cristiani del rispetto per il prossimo, della non violenza, dell'amore per tutti gli esseri viventi, del perdono, della carità e del non giudizio anche senza la mediazione della Chiesa. Probabilmente perché il prete da cui mi confessavo ogni domenica si addormentava regolarmente a metà dell'Atto di dolore, e quindi, iniziai a domandarmi "A che pro?". Ecco, ho fatto outing. Giuro che non ho altri scheletri nell'armadio. Ma torniamo ai poster. Crescendo, ho staccato dalle pareti Nick Kamen, George Michael tratto dal video di Faith e, ahimè, anche Simon Le Bon, di cui ero fan sfegatata, nell'eterna lotta contro gli Spandau Ballet. Al loro posto ho affisso un più decoroso Einstein, come inno all'intelligenza, ma mi sono sempre concessa uno spazio per il calendario di Max. Ironia della sorte, non ricordo nemmeno uno dei modelli seminudi che mi davano il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera. Segno che la musica è più forte dell'estetica. Ho solo una debole reminiscenza di Raoul Bova e di Fabio Cannavaro. Ecco sì, Cannavaro me lo ricordo bene, anche perché non era poi tanto tempo fa.
Ovviamente, massima indulgenza anche per i miei coetanei maschi dell'epoca, che immagino venerassero Monica Bellucci e Megan Gale. Indulgenza perché poi siamo tutti cresciuti, e al posto dei calendari abbiamo la lavagnetta con su scritto "zucchero, caffè, patate, cartaigienica", sul tavolo le bollette e in camera un quadro che rievoca la maternità di Maria. C'è però una nutrita schiera di persone che continua a mantenere alta l'attenzione nei confronti dei divi da calendari, dei divi da copertina, dei divi da varietà televisivo (che poi non so perché continuino a chiamarli varietà, se i contenuti sono sempre identici). Sono persone adulte che continuano a sbavare davanti a corpi seminudi o nudi appesi ovunque. In casa, sul posto di lavoro, sul desktop, sui cartelloni pubblicitari. Solo che un adolescente che si intrattiene con il sogno di Monica Bellucci è una cosa. Un adulto, un'altra. Non so, a me fa un po' tristezza. Anche perché poi si alimenta quel mercato dello sfruttamento del corpo (soprattutto) femminile e non si esce più dal circolo vizioso. E poi ci sono i professionisti di questo circolo. Creativi pubblicitari, fotografi, produttori TV, che studiano sempre nuovi modi per entrare in contatto con la gente. Non solo con gli adolescenti. Con tutti. Molti di questi professionisti li chiamano guru. Il guru della comunicazione Oliviero Toscani, per esempio. Il grande provocatore. Che quando dicono così, mi vengono sempre in mente le risse da bar, iniziate perché un provocatore ha urtato con una spallata un altro avventore e poi iniziano a darsi le mazzate. Ecco, Oliviero Toscani ha appena fatto un calendario provocatorio. Per il Consorzio Vera Pelle. E che ci avrà messo mai sui dodici mesi, vi domanderete voi. Voi che siete magari degli amanti della vera pelle, che non sopportate le imitazioni sintetiche e industriali, voi che ricercate sempre l'unicità del modello fatto a mano, voi che credete nella qualità. Voi che appendereste volentieri in ufficio o in cucina un calendario fine ed elegante che rappresenti il vostro stile di vita. Beh, Oliviero Toscani da oggi, vi permette di vedere un 2011 pieno di organi genitali femminili. Di pube. Sì. Ma è arte, eh. Perché fate quella faccia schifata? Siete i soliti bigotti. Il calendario "Vera pelle conciata al vegetale" viene addirittura presentato a Pitti Immagine. Visto che non capite niente? Qui potete approfondire un po' meglio la notizia, così vi fate finalmente una cultura. Toscani risponde alle polemiche dicendo che quelli della Pelle Conciata al Vegetale in Toscana realizzano un prodotto unico al mondo, proprio come la pelle di queste nature. Dove "queste nature" significa "pube". Ma insomma, dico io da questo blog, è questa l'espressione massima della creatività italiana? Okay, adesso ne parlano tutti. E allora? Pure di una rissa in un bar ne parlano. Pure delle violenze negli stadi. Pure del mostro di Milwaukee. Se voleva farci vedere qualcosa di originale, senza rinunciare allo splatter, Toscani poteva almeno metterci degli organi genitali maschili. Così almeno le Pari Opportunità non gli avrebbero fatto causa.
Ecco, ho scritto qui quello che pensavo, perché mandare un'e-mail a Oliviero Toscani non sarebbe servito a niente, visto il mio passato da gesuita e da lettrice di Cioè.

11 commenti:

  1. un paio di osservazioni random.
    mi sconvolge sia il fatto che andavi a messa sia il fatto che leggevi cioè (ok, cioè lo leggevo anch'io).
    poi.
    le pari opportunità credo che non faranno comunque causa al "guru", magari tra le varie passere c'è anche quella della ministra. ops, che dico mai.
    poi: in base a cosa le ha scelte? ha fatto un casting? o ha pensato a quelle che conosceva già?
    detto questo, sinceramente, mi offende più l'esistenza di una tale ministra delle pari opportunità, o certe pubblicità allusive, o un sacco di altre cose.
    quel calendario lì non è che mi offenda ma in ufficio mi imbarazzerebbe. del resto, anche la ginecologa del consultoria ha un calendario da tavola con delle vagine e degli uteri disegnati con tutte le spiegazioni del caso.

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  2. Al casting non ci avevo pensato. Sei veramente troppo avanti (del resto, il catechismo dai gesuiti in qualche modo deve avermi segnata).
    Immagino che ginecologi ed estetiste potrebbero essere in perfetto target per ricevere quel calendario in regalo.

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  3. quello che mi chiedo è come fanno le persone a non annoiarsi. O forse dovrei chiedermi perchè ci si sente rassicurati da questo modello sempre identico a se stesso. E' come se qualcuno urlasse: non preoccuparti, è tutto a posto, guarda siamo sempre qui, a vedere le stesse cose di sempre. regi

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  4. Io credo che sia stata banale la sua scelta creativa. Anche prevedibile direi, ma come leggiamo ha ottenuto quel che voleva: ha riconfermato la sua fama di provocatore e fatto parlare molto del marchio.
    Ecco fatto Benedetta, cosa dobbiamo fare?!
    Per fortuna risbuca una volta ogni tanto.

    Saluti da un Art che non schifava Cioè.
    Ci risentiamo dopo Pitti per commenti...le pettinature dovranno essere alla moda altrimenti risulterà antiquato. :S

    Ciao! Anna Angeli

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  5. Bhè, non mi sembra che Oliver abbia fatto proprio niente di originale. Anzi, direi che ha fatto quello che fanno (ormai) tutti. Quindi difficile definirlo "un provocatore" in questo caso.
    Originale e provocatore lo sarebbe stato se le "signorine" le avesse fotografate vestite. Quella sì che sarebbe una novità!

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  6. Domani me lo procuro, è perfetto per il mio posto di lavoro a quanto pare. E mi compro anche Cioè.
    miss r

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  7. Che dire? Trovo degli altri punti in comune. Anch’io sono un ex lettrice di Cioè, rivista che mia madre tentava di censurarmi, perché a suo dire, troppo “esplicita” sugli argomenti sessuali ( mi viene da ridere solo a scriverlo)
    Ho avuto un’educazione religiosa: tutti i sacramenti, anch’io a messa la domenica, ma con mamma e papà che rimanevano a casa. Ho scelto di portare avanti dei valori di solidarietà, condivisione, tolleranza, amore, lontano dalla chiesa, perché non credo siano proprietà esclusiva della religione cattolica.

    Passando ai calendari, invece, tu sai che la scelta dell’uomo/ donna calendario mi ha toccato da vicino in passato. Ricordo ancora quei lunghi elenchi nel questionario: Quali tra le seguenti donne vorresti posasse per il prossimo calendario di ….? Preparare l’elenco era per me una tortura, lontana anni luce dal gossip, conoscevo la metà delle possibili candidate e, ad esser franca, con gli uomini andava pure peggio.
    Devo dirti peraltro che i calendari maschili mi hanno sempre lasciato freddina, in linea di massima questi uomini mi sembrano immortalati in pose improbabili.
    Infine, la scelta di Toscani, più che una provocazione, mi sembra proprio una cosa inutile. Besos

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  8. Leggendo il tuo post ed anche i commenti ho scoperto che la pensiamo tutte nello stesso modo: Toscani vuole essere un provocatore, battendo sempre sullo stesso tasto.
    Che battono anche tutti gli altri.
    Quindi dove sta il gesto provocatorio?
    Sono d'accordo con te: meglio un calendario con 12 organi genitali maschili, quello sì che sarebbe stato non conformista!
    Quanto a Cioè e la formazione cattolica... Cavolo, quante cose abbiamo in comune! Però a dirtela tutta, io preferivo Nick Rhodes...

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  9. Quello che mi fa più riflettere è il fatto che del prodotto non si parli affatto, facendo poi il gioco di Toscani probabilmente, forse un gioco volontario o meno non saprei dirlo. Io ero seriamente interessata a capire di cosa si stesse parlando, perché ho creduto che finalmente si pubblicizzasse un prodotto sostitutivo della pelle vera, un qualcosa di nuovo, e invece ho il triste sospetto che di nuovo non ci sia proprio nulla...il nulla enfatizzato da un personaggio che punta sempre allo scandalo però.

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  10. ma veramente mi sa che il calendario, o qualcosa di simile, con 12 uccelletti Toscani l'aveva già fatto.. comunque a proposito di "cose da dire" su questa faccenda vi segnalo questo post:
    http://donne-e-basta.blogspot.com/2011/01/caledario-vaginale-commerciale.html

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  11. Care amiche, tutte d'accordo nel notare come la banalità regni sovrana. E' tempo che Toscani se ne vada in pensione, che è stanco.
    A noi resteranno i bei ricordi dei colori Benetton, la messa la domenica senza genitori (che a questo punto mi viene il dubbio che ci mandassero solo per poter stare un po' in santa pace) e i poster dei miti del pop anni Ottanta. A questo proposito, Stefania, specifico che appendevo Simon Le Bon perché era il leader, ma in realtà il mio cuore batteva per John Taylor.

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