martedì 7 dicembre 2010

Domanda esistenziale (ovvero, com'è strano questo San Nicolò)

Faccio un preambolo storico e vi parlo di San Nicola.
Nicola (prima di diventare santo) fu un uomo ricco vissuto nel III sec. d.C. e la leggenda narra che, siccome era anche molto buono, quando seppe che un padre caduto in disgrazia economica non riusciva a far maritare le tre figlie, e siccome non usava, all'epoca, che le donne lavorassero e che accedessero a un mutuo in banca per pagarsi il matrimonio, decise di intervenire. Sì, perché l'unica alternativa per queste tre donne sarebbe stata quella della prostituzione. Il che, fra l'altro, mi fa pensare che dopo quasi duemila anni le alternative per le donne non siano molto cambiate. Comunque, si dice che Nicola abbia preso un bel po' di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato in casa di quel padre per tre notti consecutive, in modo che le figlie avessero la possibilità di pagarsi la dote. Nulla si dice, ovviamente, della vita matrimoniale che ebbero in seguito queste tre figliole. Ma non polemizziamo come al solito. Successivamente Nicola cambiò città e diventò vescovo di Myra, dove fece un bel po' di miracoli e dove morì il 6 dicembre, presumibilmente nell'anno 343. E qui viene il bello. Perché la città di Bari e quella di Venezia si contesero le spoglie del Santo. Ebbe apparentemente la meglio Bari, che organizzò una spedizione a Myra per portarsi via le reliquie, che quindi giunsero a destinazione l'otto maggio. Quindi ecco spiegato perché San Nicola, patrono di Bari, si festeggia in quella data. Ma Venezia non si diede per vinta e scoprì che le reliquie in realtà erano da un'altra parte e che i Baresi avevano preso quelle sbagliate. Così anche i veneziani organizzarono una gita a Myra, da cui tornarono con i poveri resti di Nicola e li deposero nell'abbazia di San Nicolò del Lido. Dopo tutto questo trambusto, risulta evidente che San Nicola fu un santo molto popolare in Italia, al punto da diventare protettore di un sacco di gente: marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti. Quella cosa dei doni gettati in casa delle ragazze è poi antesignana della storia di Babbo Natale. Infatti da San Niklaus a Santa Klaus il passo è breve, e la tradizione cristiana si mescola a quella dei popoli nordici. Ed è qui che volevo arrivare, perché nella mia città, Trieste, come in buona parte dell'Italia Nord-Orientale, il 6 dicembre i bambini festeggiano San Nicolò, aspettando i famosi regali, che non necessariamente servono per accantonare la dote. Pur non essendo patrono della città, San Nicolò ha un ruolo da divo nell'infanzia dei piccoli triestini. I bambini scrivono la letterina e la notte fra il 5 e il 6 dicembre fanno sonni agitati sapendo che il santo lascerà dei regali per loro. Insomma, da noi San Nicolò è in tutto e per tutto uguale a Babbo Natale. Anzi, per il fatto che arriva prima, gli toglie pure un certo prestigio.
Ieri era San Nicolò, e i miei figli si sono svegliati di ottimo umore. Il secondogenito ovviamente, vista la sua tenera età, non si rendeva ancora conto di quello che stava succedendo, ma il primogenito sì, ed è andato subito a verificare se aveva ricevuto quello che aveva richiesto: una cucina nuova.
Quella che aveva prima era ormai troppo piccola, e soprattutto esposta alle continue invasioni del fratello unenne. "Mamma, non riesco più a cucinare con quella cucina". Erano le sue lamentele da massaia frustrata. Ed ecco che San Nicolò ha provveduto, con un acquisto all'Ikea che gli è costato 2 ore di sudore e sangue per montarla di notte.
Com'era prevedibile, non tutti sembrano entusiasti di questo regalo. I più hanno detto: "Ah! Che bella idea..." con un'espressione sul volto che invece diceva: "Ma è matta?" Ovviamente a nessuno importa che Lorenzo è da ieri mattina il bambino più felice del mondo. Niente, mi guardano come se gli avessi regalato una valigetta piena di kalashnikov. E per fortuna non ho parlato della batteria di pentole a corredo della cucina!
Ma alla fine di questo lungo post, forse anche un po' bislacco, ecco la domanda esistenziale che volevo farvi: come mai tanta ostilità verso la situazione bambino maschio-cucina, se poi la stragrande maggioranza degli chef del mondo sono uomini?

15 commenti:

  1. in questa cucina c'è la lavastoviglie? no, perchè mi pare Lorenzo fosse stato chiaro su questo punto...miss r

    RispondiElimina
  2. Che risposta si può dare all' ignoranza ottusa delle persone?

    RispondiElimina
  3. Si, è vero, ci ho pensato spesso a questa faccenda degli chef uomini...
    Mia figlia è impazzita per il tavolo da falegname, quindi non ci rimane che confidare nelle generazioni future :-)

    RispondiElimina
  4. No, Robi, la lavastoviglie alla fine non c'è: a Lorenzo piace lavare i piatti a mano, e poi li dà al fratello che li asciuga (e li spacca).
    Agli ignoranti non possiamo dare nessuna risposta, perché non fanno domande: si limitano a bisbigliare alle spalle cose tipo: "Dove andremo a finire di questo passo...".
    Sabri, i nostri figli sarebbero perfetti insieme. Peccato non si usino più i matrimoni combinati :)

    RispondiElimina
  5. Secondo me non è neanche questione di ignoranza. E' una questione di ruoli prestabiliti, sicuramente sessista, per cui sembra a purtroppo neanche tanto poche persone che se il bambino MASCHIO fa delle cose considerate da FEMMINA sono guai (diventerà gay??? Non osano chiederselo per paura della risposta). Che ovviamente già qua si potrebbe discutere ore. Senza neanche addentrarsi sul gioco simbolico e sul suo valore. Ho visto nonni seriamente scandalizzati perchè il nipote MASCHIO ha chiesto e ricevuto una scopetta con paletta, per esempio, per cui immagino i commenti sulla cucinetta e annessi!
    Che dire ... andiamo avanti e cerchiamo di ribaltare un po' di ide sbagliate e pericolose!
    Paola

    RispondiElimina
  6. Paola, hai notato che anche nel caso di scopa e paletta, poi, nel mondo del lavoro, la maggior parte dei netturbini sono uomini? Insomma, per un uomo cucinare va bene, pulire va bene. Purché non in casa propria.

    RispondiElimina
  7. Ah... io sono anni che ho un blog apposta...
    Peccato che nel frattempo abbia realizzato la famosa coppietta (brava, eh?) e quindi non possa nemmeno passare per alternativa.

    RispondiElimina
  8. Io ho desiderato la coppietta con tutta me stessa, ma non in quanto coppietta: solo perché volevo una femmina. La mia vanità è stata punita. Però, col senno di poi, non è niente male avere il potere educativo su due maschi. No, no, niente male affatto :)

    RispondiElimina
  9. Mio figlio "alla cucinetta" ci ha sempre giocato con le cose vere, fino a decidere che da grande farà il cuoco. Per il momento è un validissimo aiuto-cuoco, ovviamente sulle attività che si possono fare senza coltelli e senza fuoco. Ma crescerà :-D
    QUella cucinetta lì la porta Babbo Natale alla bimba. Perchè starà benissimo nella mia cucina, e perchè è un gran casino trovare cose nuove da regalare alla sorellina di uno che ha già tutto, senza distinzioni di genere... ma è anche bello accorgersi che il cinquenne appassionato di alieni bavosi e cavalieri mutanti in realtà si diverte un casino con la mini-puericultura rosa shocking. Così come la ragazza ci ha messo dieci secondi a trasformare gli accessori di Nonno Lego Contadino negli arredi di una casetta immaginaria in cui Nonno Lego viene imboccato con la pala...
    Questo per dire che le differenze di genere sono solo nella testa di chi vende i giocattoli. Se non entrano nella testa di chi li compra, e non vengono trasferiti in quella di chi li usa... tutto fa brodo :-D

    RispondiElimina
  10. ...e poi non lamentarti se ti esce un figlio gay!!vergognite!!!lo fai ballare coi veli e le collane, gli fai fare le pulizie col mochetto Vileda e gli fai pure vedere "Lullu"...adesso ci mancava anche la cucina nuova...io non so.....ps.è fantastica!!!anche mi la voio per simone!!!

    RispondiElimina
  11. lalaura, condivido.
    Giulia, pensa che anche il secondogenito è sulla buona strada, avendo recentemente sviluppato un'insana passione per pettini e spazzole. Da grande farà il coiffeur.

    RispondiElimina
  12. Bella la tradizione di San Nicola. Non la conoscevo. Da noi, in compenso, i regali li portano sia Santa Lucia, sia la Befana, sia Babbo Natale (o Gesù bambino): insomma, un tour de force per i genitori! Ah, uno dei doni che più ho gradito è stato il traforo, con tanto di trapano manuale e lame di ricambio, per non parlare del trenino elettrico; mentre alla prima Barbie ho pianto disperata perché non sapevo che farmene di quella bambolina rigida e maggiorata, per di più vestita da sposa! Mah...

    RispondiElimina
  13. Cara Benedetta è solo ignoranza!!!
    Pensa solo al bene di tuoi figlio!!!
    il mio per il momento vuole solo macchinine, e bambole e cucine le dà alla cugina!!! :P

    RispondiElimina
  14. speriamo a questo punto che anche il secondo sviluppi un'insana quanto inspiegabile passione per un'amica della mamma, nutrendo così il suo ego...

    RispondiElimina
  15. Intanto saluti a "San Niccolò di Bari/patrono dei scolari", con tanta nostalgia per la mia compagna di scuola e di università triestina; poi per il bambino appassionato della cucina e della sua magica cucinetta, vedete il film "un tocco di zenzero", i suoi genitori erano strapieni di pregiudizi, lui no. Sì, è bello avere la possibilità di far crescere uomini nuovi :)

    RispondiElimina