sabato 18 dicembre 2010

Terrore al centro estetico

Insomma l'altro giorno ho ceduto. Mi sono fatta convincere telefonicamente da uno di quei centri che spacciano il mito del benessere e della bellezza "con una seduta di prova". Nell'ultimo mese avrò ricevuto in ufficio 120 telefonate.
"Il nostro centro ha un'offerta promozionale per tutte le donne che lavorano nella sua azienda".
"La nostra realtà è attiva da vent'anni e oggi, solo per lei e le sue colleghe, offre un test gratuito...".
"Signora Gargiulo, ha mai pensato che un trattamento di bellezza potesse costare così poco?"
"La chiamo perché stiamo offrendo a tutte le donne che lavorano la possibilità di un trattamento gratuito".
"OKAY! VA BENE! VENGO! BASTA CHE MI LASCIATE IN PACE!"
In realtà ho accettato solo perché questo centro era a tre metri dal mio ufficio. E poi perché avevo mezz'ora libera. E poi perché una vita passata a dire sempre di no, non è una vita.
Potevo scegliere tra tre opzioni: una prova di trattamento per il viso, una per il corpo, o una che non mi ricordo più cos'era perché avevo già focalizzato tutta l'attenzione sul mio addome e sulle recenti parole del mio primogenito: "Mamma, ma hai un altro bambino nella pancia?"
Delle simpatiche estetiste in camice bianco mi portano in una stanza piacevolmente surriscaldata, mi fanno spogliare, mi palpano sottolineando ogni strizzatina con un "Uhm" "Oh, oh" "Eh, sì". Mi fanno distendere spiegandomi il funzionamento dei loro innovativi macchinari. Mi dicono che l'obiettivo è quello di svuotare (così hanno detto: "svuotare", un termine che è stato subito registrato come molto confortante) le cellule adipose. La prova la fanno sul fianco destro "Così può notare subito la differenza con l'altro fianco". Diaboliche. Il primo aggeggio con cui mi massaggiano emette non so che onde che hanno il compito di scaldare le cellule e prepararle per il trattamento successivo. La sensazione non è niente male. Proprio il tepore che ci voleva con queste temperature glaciali. Ovviamente ho fatto subito la gradassa dicendo che magari d'estate, con l'afa, non sarebbe stato il massimo. Quella mugugna qualcosa che assomiglia a un assenso, ma che in realtà ha il tono della critica, come se tra le righe mi dicesse: "Hai poco da fare la spiritosa, visto come sei conciata".
Dopo il trattamento-stufetta, mi spalmano un altro gel e mi trattano con un'altra protuberanza infernale che emette delle altre onde. Si chiama cavitazione. "Sentirà soltanto un piccolo pizzichio e un fischio nelle orecchie". Mi pervade subito una certa tensione cervicale mentre cerco disperatamente di ricordarmi il nome delle onde. Radiazioni? Plutonio? Uranio impoverito? Il mal di testa si aggrava quando Mengele mi fa l'elenco di tutte le controindicazioni a quel trattamento: gravidanza, allattamento, colesterolo alto, pacemaker, protesi metalliche, spirale. Sopravviverò? Alla fine del trattamento mi fanno migrare in un'altra stanza. "Ecco, adesso dreniamo". Okay, dreniamo. E giù con un'altro affare pieno di palline che mi massacra definitivamente. Alla fine mi mettono davanti al fatto compiuto: "Si guardi allo specchio". Gesù. Il risultato era impressionante. Un fianco convesso (il mio) e uno concavo (quello del trattamento). Mentre tutta la trigonometria mi dimostrava l'evidenza del disfacimento del mio corpo, la mia mente era già proiettata al costo che quel miraggio avrebbe avuto. Due minuti più tardi, seduta davanti alla responsabile del centro, ho trovato risposta alla mia domanda. Ogni sessione, con il 40% di sconto, costa 120 euro. Un pacchetto di 10 sedute, una alla settimana, sono quindi 1.200,00 Euro. Ma tranquilla, c'è il pagamento rateale senza interessi. Del resto, penso io, il plutonio deve avere un certo costo. Ovviamente tentenno. "Sì, beh, il risultato è ottimo...ma non saprei...sa, il tempo...il prezzo...dovrei pensarci..." La responsabile mi guarda comprensiva: "Sì, capisco, ma guardi che ne avrebbe veramente bisogno". Ecco, tutta l'aura del benessere si dissolve immediatamente per cedere il passo alle esigenze commerciali. "Sì - rispondo - avrei bisogno anche di tante altre cose". Tipo mangiare.
"Ma guardi, mi lasci il tempo..."
"Poi lei è giovane, potrebbe rimettersi in forma molto velocemente".
"Ci credo, però..."
"Guardi, anch'io ho avuto un figlio un anno fa e con dieci sedute sono tornata perfetta come prima".
"Sì, beh..."
"E, non devo spiegarglielo io - mi strizza l'occhio - ma poi agli uomini piace..."
"..."
Ha detto proprio così: "agli uomini". Non ha detto a suo marito, o fidanzato, o compagno. Agli uomini in generale. Tutto questo, la stufetta, le onde radioattive, le palline drenanti, serve a piacere agli uomini. E qui la trattativa commerciale è andata definitivamente in vacca. La responsabile ha sbagliato argomentazione. Ha sbagliato target. Doveva dirmi: "Ma non ti fai schifo così?" E invece mi ha detto: "Ma non vorrai mica fare schifo agli uomini?". Un piccolo dettaglio, anche questo, che però è costato caro a quel centro: 1.200,00 Euro, per l'esattezza.
Oggi, a tre giorni di distanza, ho ancora un fianco concavo e uno convesso, tanto che sto pensando di andare a farmi un'unica seduta per compensare almeno dall'altra parte. Ma me la devono fare per risarcimento. Poi ripenso a quella strizzatina d'occhio che portava con sé un mondo di stereotipi, umiliazioni, mancanza di autostima, disagio culturale (oltre a un bieco corso di tecniche di vendita per corrispondenza). E penso che tra poco è Natale, e che forse il mio fianco tornerà convesso da solo, basta selezionare accuratamente le farciture dei pandori e dosarle sapientemente con zampone e cotechino. E poi, da gennaio, mi ammazzerò di addominali. Gratis.

8 commenti:

  1. sì sì sì capisco, mi hanno stressata un sacco di volte e non ci sono mai andata anche perchè mi irrito molto quando la strategia di marketing prevede che, al rifiuto di fare il trattamento/corso di inglese/massaggio/ecc, la persona ti guarda con aria colpevolizzante e ti dice "ah, davvero rifiuti? Mi hai molto deluso" Mi irrito forse perchè non so gestire poi la situazione come vorrei ... comunque, a queste qua dico sempre al telefono che no grazie, non ci vengo al centro estetico perchè sono estremamente soddisfatta del mio aspetto fisico. Le sento che annaspano un poco, vorrebbero forse dire ... ma cosa? Metto giù il telefono con un sorriso e anche un po' ci credo!

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  2. brava paola (mia omonima) io ci ho messo mezzo secolo per arrivare ad essere soddifatta del mio aspetto estetico, e posso giurare solennemente che l'acquisizione è irreversibile. Per il resto, diamoci sotto con gli addominali, che servono al nostro corpo e non all'immagine percepita dai fantomatici "uomini".

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  3. I migliori, come sempre, sono gli operatori telefonici, che quando rifiuti un computer portatile gratis perché ne hai già venti e non sapresti dove metterlo, ti chiedono sbigottiti: "Ma...ha capito l'offerta?" Come dire: "Ma è stupida o cosa?"
    Quella del centro estetico, in confronto, era una dilettante.

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  4. Io le avrai sorriso, candidamente, e in tono pacato le avrei detto: "Sa... forse lei non lo sa, d'altra parte come faceva a saperlo... io sono una donna piuttosto autonoma ed emancipata... con buona dose di autostima... e ottima cultura anche... e mi dispiace tanto che lei debba lavorare ancora così tanto su tutti questi aspetti per poter convivere serenamente con una cellula adiposa. Io lo so che lei passa le sue giornate nel tentativo - inutile e continuamente frustrato - di trovare una conferma da parte degli uomini nell'attrazione per il suo fianco concavo ... però vede... ecco... non sottovaluti le donne che non conosce. Passiamo nell'altra stanza adesso?"

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  5. Così il prossimo post lo intitolo "Suicidio al centro estetico".

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  6. Cara Benedetta, a proposito di telefonate petulanti, tu tieni famiglia, e non puoi capire a fondo la situazione surreale di una "single" che si sente apostrofare al telefono da: "famiglia Tal dei Tali?", "chi è che si occupa di XXX in famiglia?", "da quante persone è composta la sua famiglia?" "posso parlare con il titolare di XXX?". All'inizio mi sono mostrata comprensiva e tollerante, poi ho deciso di contrattaccare, con risposte che rendessero consapevoli gli autori(o le autrici) delle domande che le cose che loro davano per scontate potevano non esserlo affatto. Beh, mi sono sentita meno sola quando ho saputo che un mio amico, titolare di una piccola ditta tecnoinformatica, quando si sente chiedere al telefono "posso parlare con il titolare?", risponde invariabilmente: "E' in ferie, torna tra una settimana".

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  7. Io sono un'esperta nell'autonegarmi al telefono. Come il tuo amico, mi dichiaro sempre in ferie. Da anni. E un po' mi ci convinco anche :)

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