Bene, il sondaggio del blog è finito. Mi pare che i temi che suscitano più interesse siano tutti quelli proposti, tranne la politica. Anche se l'unica volta che ho parlato di politica vi siete scatenati. Ma farò finta di non averlo visto. Magari avevate solo la giornata storta.
Sui rapporti di coppia avrei molte cose da dire, ma non le dirò. Come al solito, prenderò spunto dalla carta stampata, e vorrei incrociare due diversi articoli dal Corriere.it. Il primo parla del presunto problema di solitudine che affligge le donne dopo i 30 anni. Il secondo riporta il grande successo che ha avuto, a Napoli, l'apertura del Coin Paradise Lounge.
Per chi, come me, ha passato i trenta, diventa sempre più difficile sostenere una conversazione con qualcuno che si incontra per strada dopo tanto tempo. Ne avevo già parlato nel post "Ti trovo bene". In effetti questa è una sorta di sequel. Sembra assurdo, ma aggiornare la nostra vecchia conoscenza per strada sui nostri ultimi quindici anni di vita è più impegnativo che sostenere un'intervista fatta dalla Gabanelli. Voglio dire, l'impegno emotivo che richiede è spaventoso. E l'articolo del Corriere fa una chiara premessa a riguardo: le donne, dopo i 30, devono essere necessariamente sposate con figli. Allora, se lo sei, non hai problemi: "Cara redazione di Report, io sono pulita. Ho tutte le carte a posto. Chiedimi quello che vuoi". E quindi puoi girare spavalda per la tua città sperando di incontrare qualcuno per andarti a bere un caffè e inondarlo di particolari sulla tua appagante vita affettiva. Se non hai figli invece, puoi sempre sperare nella magnanimità del tuo interlocutore, che capirà che in fondo i figli si possono fare pure più tardi. Però questo non ti esime dal dover essere sposata. No. Ma sarai almeno fidanzata. No. Un flirt? Nemmeno. Insomma, da quant'è che non scopi?
"Ma no, guarda, ho studiato tanto".
"..."
"Sono stata dieci anni all'estero".
"..."
"Ho un master a Oxford, guarda, una figata, studiavo col principe Harry".
"..."
"Ora sono amministratrice delegata della Nike".
"..."
"Ho adottato un bambino a distanza, VA BENE?"
Ovviamente gli uomini non devono subire la stessa pressione socio-psicologica. E la conversazione può essere tranquillamente più sintetica.
"Cosa fai?"
"Lavoro".
"Bene. Scappo, che devo ritirare l'auto nuova. Ci si vede".
Insomma, per avere l'approvazione sociale (sempre che ce ne freghi qualcosa), noi donne dobbiamo necessariamente realizzarci in una relazione sentimentale. Lasciamo per un attimo perdere la questione della maternità. Una donna sola fa tristezza. Cioè, fa tristezza agli altri, perché magari lei è felice. Anche più di una donna sposata. Ma per la felicità la nostra società non ha mai dimostrato un grande interesse. Fra l'altro, nessuno si preoccupa mai di capire perché ci sono sempre più donne che preferiscono vivere da sole, invece che male accompagnate. Io indagherei su questo. Perché nell'evoluzione storica dei rapporti di coppia si è incrinato qualcosa. Passi tutta l'adolescenza a correre dietro al figo del liceo che non sa nemmeno che esisti. All'università ti metti con uno con cui condividi tutte le feste, gli esami, gli amici e le prime vacanze. Poi pensi che forse hai bisogno di qualcosa di più, e che sia il caso di fare delle altre esperienze, di approfondire, e vi lasciate. Ti butti nel mondo del lavoro e trovi un uomo carino e disponibile con cui scopri di avere un sacco di interessi in comune. Ma dopo un po' ti dice che non vuole impegni e che si vuole divertire. E in un attimo passi i 30. E ti danno della sfigata perché sei sola. E perché? Perché non ti sei accontentata del ragazzo che avevi all'università. Hai peccato di superbia. In fondo quel ragazzo era così dolce. Ti regalava sempre i Baci Perugina per San Valentino. Che ingrata. Cosa avrai mai voluto di più? Ecco, vedi? Adesso tutte le tue vecchie amiche che sono rimaste col compagno di liceo o dell'università sono sposate. Vedi? Fanno dei figli. No, è inutile che provi a circuire il tuo ex al matrimonio di qualche tua amica. Si è sposato anche lui. E ti sta guardando con commiserazione. Adesso cercano tutti di presentarti degli uomini nuovi. Di cui, uno psicopatico, uno analfabeta, uno che cerca relazioni soltanto platoniche e uno convinto di essere il messia che ti salverà dalla tua vita triste e deprimente. Ecco, pare che tra i 30 e i 40 anni, la vita delle donne single trascorra così, nella disperata ricerca di un compagno che abbia pietà di loro e le raccolga dalla strada, offrendo un pasto caldo. In realtà, noi sappiamo che non è così. C'è il sospetto che la vita delle donne single tra i 30 e i 40 sia molto migliore di quella delle loro amiche sposate. E ce lo conferma sempre il Corriere, dandoci la notizia che l'angolo Coin Paradise Lounge, dove si vendono articoli dedicati al piacere, come intimo e sex toys, sta andando fortissimo. A Napoli, come a Roma e Milano. Vi pare triste? Non lasciatevi tentare dal luogo comune, vi prego. Un giocattolo erotico non verrà mai interpretato da una donna come sostituto di un uomo (se fosse così, sarebbe ancora più difficile trovare donne intenzionate a sposarsi). Si tratta solo di una cura in più che le donne rivolgono a loro stesse. Dopotutto, gli uomini è una vita che alimentano il mercato del porno e la cosa viene vissuta come fisiologica. Ma insomma, queste donne si divertono, fanno shopping sexy, sono libere e ne approfittano, organizzano week-end all'estero, viaggiano, sperimentano posti nuovi e nuove esperienze. Quando ne incontro una, la prima domanda che mi viene spontanea è: "Dove sei stata ultimamente?", per sentire storie tipo Salgari in pillole, o sentirmi come la protagonista di un programma di Discovery Real Time. Peccato che non sia reciproco: con me, la conversazione muore di morte violenta: "I tuoi bimbi? Crescono?"
"Ma no, guarda, ho studiato tanto".
"..."
"Sono stata dieci anni all'estero".
"..."
"Ho un master a Oxford, guarda, una figata, studiavo col principe Harry".
"..."
"Ora sono amministratrice delegata della Nike".
"..."
"Ho adottato un bambino a distanza, VA BENE?"
Ovviamente gli uomini non devono subire la stessa pressione socio-psicologica. E la conversazione può essere tranquillamente più sintetica.
"Cosa fai?"
"Lavoro".
"Bene. Scappo, che devo ritirare l'auto nuova. Ci si vede".
Insomma, per avere l'approvazione sociale (sempre che ce ne freghi qualcosa), noi donne dobbiamo necessariamente realizzarci in una relazione sentimentale. Lasciamo per un attimo perdere la questione della maternità. Una donna sola fa tristezza. Cioè, fa tristezza agli altri, perché magari lei è felice. Anche più di una donna sposata. Ma per la felicità la nostra società non ha mai dimostrato un grande interesse. Fra l'altro, nessuno si preoccupa mai di capire perché ci sono sempre più donne che preferiscono vivere da sole, invece che male accompagnate. Io indagherei su questo. Perché nell'evoluzione storica dei rapporti di coppia si è incrinato qualcosa. Passi tutta l'adolescenza a correre dietro al figo del liceo che non sa nemmeno che esisti. All'università ti metti con uno con cui condividi tutte le feste, gli esami, gli amici e le prime vacanze. Poi pensi che forse hai bisogno di qualcosa di più, e che sia il caso di fare delle altre esperienze, di approfondire, e vi lasciate. Ti butti nel mondo del lavoro e trovi un uomo carino e disponibile con cui scopri di avere un sacco di interessi in comune. Ma dopo un po' ti dice che non vuole impegni e che si vuole divertire. E in un attimo passi i 30. E ti danno della sfigata perché sei sola. E perché? Perché non ti sei accontentata del ragazzo che avevi all'università. Hai peccato di superbia. In fondo quel ragazzo era così dolce. Ti regalava sempre i Baci Perugina per San Valentino. Che ingrata. Cosa avrai mai voluto di più? Ecco, vedi? Adesso tutte le tue vecchie amiche che sono rimaste col compagno di liceo o dell'università sono sposate. Vedi? Fanno dei figli. No, è inutile che provi a circuire il tuo ex al matrimonio di qualche tua amica. Si è sposato anche lui. E ti sta guardando con commiserazione. Adesso cercano tutti di presentarti degli uomini nuovi. Di cui, uno psicopatico, uno analfabeta, uno che cerca relazioni soltanto platoniche e uno convinto di essere il messia che ti salverà dalla tua vita triste e deprimente. Ecco, pare che tra i 30 e i 40 anni, la vita delle donne single trascorra così, nella disperata ricerca di un compagno che abbia pietà di loro e le raccolga dalla strada, offrendo un pasto caldo. In realtà, noi sappiamo che non è così. C'è il sospetto che la vita delle donne single tra i 30 e i 40 sia molto migliore di quella delle loro amiche sposate. E ce lo conferma sempre il Corriere, dandoci la notizia che l'angolo Coin Paradise Lounge, dove si vendono articoli dedicati al piacere, come intimo e sex toys, sta andando fortissimo. A Napoli, come a Roma e Milano. Vi pare triste? Non lasciatevi tentare dal luogo comune, vi prego. Un giocattolo erotico non verrà mai interpretato da una donna come sostituto di un uomo (se fosse così, sarebbe ancora più difficile trovare donne intenzionate a sposarsi). Si tratta solo di una cura in più che le donne rivolgono a loro stesse. Dopotutto, gli uomini è una vita che alimentano il mercato del porno e la cosa viene vissuta come fisiologica. Ma insomma, queste donne si divertono, fanno shopping sexy, sono libere e ne approfittano, organizzano week-end all'estero, viaggiano, sperimentano posti nuovi e nuove esperienze. Quando ne incontro una, la prima domanda che mi viene spontanea è: "Dove sei stata ultimamente?", per sentire storie tipo Salgari in pillole, o sentirmi come la protagonista di un programma di Discovery Real Time. Peccato che non sia reciproco: con me, la conversazione muore di morte violenta: "I tuoi bimbi? Crescono?"
tristemente vero. io che studiavo tanto e volevo una carriera e avevo a che fare con egocentrici allergici alle relazioni, ho passato dai 18 anni al matrimonio cosi'...cercando risposte alla fatidica domanda "e il moroso?", che arrivava puntuale indipendentemente da cosa raccontassi di me prima. e poi, quando tutti avevano smesso di chiedermelo, ho dato il colpo di coda e mi sono "sistemata". "e figli?", hanno incominciato. e adesso "quando fai il secondo?". io rispondo: quando mi saro' fatta uan carriera...
RispondiEliminaSecondo me la cosa più triste era un servizio de Le iene di qualche tempo fa, proprio sui giochini erotici per donne. Risultava che erano acquistati da donne sposate (se fossi stata un uomo sarei caduto in depressione dopo quel servizio)...Personalmente sono felicemente sposata e felicemente senza figli (mio marito li vorrebbe, io sto benone così) e noto una strana costernazione della gente su questo punto. Cavolo, sembrano dire, è obbligatorio fare figli, un po' come fare il 730, non si scappa, com'è possibile che io sia latitante? E mi incavolo sempre quando noto che la gente mi guarda con commiserazione, perché son tutti convinti che io muoia dalla voglia di averli e mio marito mi metta il bastone tra le ruota, che non è affatto così e non si capisce perché dovrebbe esserlo. Anzi, da quando ho perso il lavoro la domanda sui figli si è intensificata, come se ora dovessi sentirmi finalmente spronata a farne, che non ha senso (per me almeno).
RispondiEliminaDdddio com'è vero!
RispondiEliminaciao Benedetta, ho scoperto da qualche settimana il tuo post e sei già diventata un appuntamento piacevolmente quotidiano; ma questa è la prima volta che posto. E lo faccio perché mi ci sono ritrovata "pennellata" alla perfezione (anche se io i 40 gli ho già superati da 2 anni!)
Felicemente single dopo l'ultima rocambolesca relazione sentimentale, la frase che mi sento rivolgere più spesso dalle persone che non vedo da qualche tempo è proprio "ti sei sposata?" no. "allora hai un fidanzato?" no, ma ho un cane. Imbarazzato silenzio (se lui) o un invidioso "beata te" (se lei) da chi magari ha fatto il diavolo a 4 per arrivare all'altare. E poi gli amici che tentano sempre di "presentarti" qualcuno? ne vogliamo parlare? amici…insomma…quasi sempre conoscenze maschili, le amiche vere non lo fanno, loro lo sanno che stai bene così.
Perché, te lo confermo, le donne single dopo i 40 sono più felici. E lo capisci dall'invidia latente che permea lo sguardo di chi ti ascolta quando racconti che puoi permetterti di decidere di uscire all'ultimo minuto senza problemi, fare di cena oppure no, andare al cinema senza un preavviso di almeno 2 giorni, fare tardi ad un aperitivo che diventa cena senza avvisare nessuno.
Insomma, un uomo va bene, ci piace pure farci coccolare ogni tanto, e di certo sarebbe utile quando ti si rompe il televisore che pesa 30kg e lo devi portare dal tecnico…. ma siamo sicure che dobbiamo proprio prendercelo in casa? ;-) T.
Ma per noi uomini non è mica diverso! La società non mostra interesse per la felicità di nessuno, a prescindere dalla collocazione delle gonadi. E ovunque tu la possa comprare, la solitudine ha un gusto solo :) L'unica qualità che serve, dopo i 30 e mai più senza, è il coraggio di essere se stessi per vivere in nostra compagnia felici e contenti..
RispondiEliminaBy Zac
Allora, intanto nomino Zac filosofo ufficiale di questo blog. Mi piacerebbe leggere una tua perla di saggezza in ogni post :)
RispondiEliminaCare Margot e Mumay, non vi illudete. Potete fare tutti i figli che volete, ma ne mancherà sempre uno. Io che ho due maschi (ironia della sorte bastarda), non posso ancora sottrarmi a questi meccanismi perversi, e la domanda che mi viene sempre fatta è: "E adesso farai la femmina, vero?" Come se avessi dei calzini spaiati.
Teresa, quella cosa della programmazione del cinema con 2 giorni di anticipo rappresenta la più grossa frustrazione di chi ha una famiglia, sappilo (ma mi pare che tu te ne sia già accorta). Hai tutta la mia comprensione, e, ovviamente, invidia.
A questo proposito, io vorrei promuovere una petizione a sfavore dell'uso del termine "signorina": è fatto apposta per sottolineare lo status e più si va avanti con l'età, più assume un tono sarcastico. Dal momento in cui tutti gli uomini sono Signor Tizio e Signor Caio (signorino ha tutt'altra accezione) io proporrei che le donne fossero sempre Signora Gina e Signora Noemi.
RispondiEliminaScusate, non c'entra pienamente con il post, ma mi è venuto in mente leggendolo.
Altra cosa, poi: non so quanti di voi abbiano origini e quindi parenti meridionali. Ecco, arrivare a 34 anni, solo convivendo e senza ancora prole è una questione di cui mio papà deve rendere conto più o meno mensilmente con il fratellame calabrese. Soprattutto ora che ho finito di studiare, che ho uno stipendio fisso, che non ho più scuse. È bastardo da dire, ma ho "gioito" quando ho saputo di tre separazioni avvenute una dopo l'altra di mie cugine mie coetanee che a 21 anni erano già fede al dito e nano alle calcagna. Ma questo mi basta per giustificare il fatto di aver superato i 29 anni così, ma ora comincia a diventare troppo.
Me ne frego abbastanza, direi. Anche se ogni anno all'idea di andare al mare giù -splendido mare - puntualmente mi immagino tutte queste cene luculliane in cui a un certo punto non ci si può esimere dal cominciare a girare intorno all'argomento, fino ad arrivare alla fatidica domanda: "E tu?" che sottointende: Fino a quando hai intenzione di vivere nel peccato? E cosa aspetti a fare figli? Non senti il tic tac tic tac...?"