domenica 24 ottobre 2010

I proverbi consolatori

Grazie all'operazione "Il reporter che c'è in voi", ricevo una segnalazione di un proverbio cinese che recita così: "L'uomo è il capofamiglia, ma la donna è il collo e muove il capo dove vuole". Praticamente la versione orientale di: "Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna." In tutti i detti popolari, specchio di usi e costumi di una civiltà, la donna sta dietro, a lato, sotto, ovunque, tranne che davanti a un uomo o semplicemente a fianco. Spulciando tra i vari proverbi italiani trovo infinite conferme di questo. Tipo: "A giovane assennato, la donna a lato", oppure "Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore", "Donna che sa il latino è rara cosa, ma guardati dal prenderla in sposa", "Gli uomini fanno la roba, e le donne la conservano", "Una casa senza donna è come una lanterna senza luce". Potrei andare avanti per molto. Il senso del pensiero collettivo è che la donna è indispensabile all'uomo. Una bella soddisfazione direte voi. Gli uomini ci cercano, ci amano, scrivono proverbi per noi. Purché stiamo al nostro posto, ovviamente. E cioè dietro, a casa, in cucina e possibilmente senza sapere il latino (!).
Ma la domanda topica di oggi è: "Perché nessuno si chiede invece che cosa sia indispensabile per la donna?" Perché si affannano tutti a dirci che siamo fantastiche e senza di noi il mondo andrebbe a rotoli, invece di preoccuparsi di cosa avremmo bisogno, o di cosa ci piacerebbe fare o non fare? Lasciamo perdere i proverbi antichi. Prendiamo in considerazione solo quello che ancora oggi va per la maggiore, che dice che la grandezza di un uomo dipende dalla donna che lo sprona, lo sorregge, lo aiuta, lo consola, lo consiglia. Ma a questa donna qua, chi è che ci pensa? Dietro di lei chi c'è? Nessuno. Questa cosa mi fa sempre imbestialire. Per due prospettive diverse. La prima, è che, letteralmente, questo detto popolare afferma che l'uomo è mediamente un incapace e che può avere successo solo se c'è una donna intelligente dietro. E quindi mi domando subito per quale motivo tutte queste donne così in gamba si scelgano sempre degli incapaci come compagni. Forse per la loro atavica mancanza di autostima? La seconda lettura del proverbio mi fa imbestialire perché risuona come il solito, magro premio di consolazione per noi sfigate di sesso femminile. Come dire, su dai, non buttatevi giù così, che in realtà senza di voi il mondo andrebbe a rotoli. Però è importante che restiate al vostro posto, eh, mi raccomando, che squadra vincente non si cambia. Si tratta di un proverbio consolatorio, di quelli che dovrebbero tirarti su di morale di fronte alle avversità della vita. Alla stessa categoria appartengono anche: "Donna baffuta, sempre piaciuta", "Nella botte piccola sta il vino buono" e, anche se non è un proverbio: "Pestare la cacca, porta fortuna".
Tutte le volte che sento dire che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, mi viene in mente la famiglia Clinton. E non posso che provare infinita solidarietà (e pena) per Hillary, first lady (che comunque viene dopo il "first man", espressione che guarda caso non esiste) per otto anni di presidenza di Bill Clinton. Hillary è l'esempio calzante della donna del proverbio (anche nella versione cinese). Ha studiato una vita, ha lavorato ed è cresciuta in politica, poi si è sposata, il marito è diventato prima Governatore e poi Presidente degli Stati Uniti. Si è fatto infinocchiare come un pirla da una stagista (evidentemente anche lei grande donna, anche se sotto e non dietro a un uomo), rischiando di compromettere il suo mandato. E Hillary che ha fatto? In un primo momento non si sarà capacitata. "Non posso credere che sia così idiota" Avrà pensato. Poi si sarà interrogata anche lei sul significato del proverbio, e quindi si sarà assunta tutta la responsabilità del casino che ha combinato il marito. "Dove ho sbagliato?" Si sarà chiesta. "Forse dovevo spiegargli che il sesso orale rientra nella categoria dei rapporti sessuali. Sono stata un'ingenua a credere che lo sapesse". Fatto sta che alla fine è riuscita a salvare la situazione. Ha fatto in modo, non so come, di restare con il marito e di far dimenticare la faccenda all'opinione pubblica. Poi, anni dopo, decide di candidarsi lei alla Presidenza. Insomma, pareva anche giusto. Avrà pensato: "Mi sembra che se sono stata capace di far governare gli Stati Uniti da mio marito, ora i tempi sono maturi perché possa farlo direttamente io, e senza mangiarmi il fegato". Solo che ci si è messo in mezzo Obama. Poverina. Per la prima volta forse nella storia americana si affacciava sulla scena politica un uomo veramente nuovo. E proprio quando era il turno di Hillary! Pensate che sfiga. E guardate come siamo ancora messe male: tra un uomo nero e una donna bianca, vince comunque l'uomo nero. Addirittura negli Stati Uniti. Sì, okay, Obama aveva delle argomentazioni più convincenti, era più fresco, più energico. Però una candidata democratica donna alla Presidenza degli Stati Uniti sarebbe stata una cosa veramente rivoluzionaria. Niente. Non è riuscita manco a candidarsi. E alla fine, anche per lei, è arrivato il premio di consolazione: la carica di Segretario di Stato. Cara Hillary, non rattristarti, perché "L'importante non è vincere, ma partecipare".

2 commenti:

  1. Tutto vero, mi permetto però di dissentire dall'affermazione che tra un uomo nero e una donna bianca vince comunque l'uomo nero...non suona molto bene, anche perché la nostra Hillary non si è giocata proprio al massimo le sue carte durante la campagna elettorale, da quel che ricordo, soprattutto nel faccia a faccia con Obama. Sembrerebbe piuttosto che al popolo americano piaccia sì vedere un uomo al comando, ma una donna forte che ne diriga le mosse (vedi la Michelle tanto chiacchierata), mentre la povera Hillary al fianco vantava il solito "tonto" di Bill che non convinceva proprio nessuno come burattinaio. D'altronde l'America era reduce dalla presidenza di Bush, che aveva confinato la moglie in un angolo, da bravo texano, e che alla fine agendo e pensando da solo (si fa per dire) ha nauseato un po' tutti. Insomma, forse succede come in un film di Scorsese con l'attore Di Caprio: a chi verrebbe in mente di invertire i ruoli? Chi crederebbe all'attore Scorsese al posto del bel biondino? Forse ci sarebbe curiosità, ma non finirebbe tra i film del cuore.

    (Ci tengo a precisare che non è questo il mio modo di pensare, stavo solo cercando di interpretare la situazione)

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  2. Infatti parlo di sfiga per Hillary, che normalmente avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere la candidata democratica alle elezioni, ma che ha incontrato sul suo cammino proprio Obama. Al confronto, Hillary non ha convinto. Ma perché lui è stato veramente più in gamba.

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