Volevo rispondere al commento di Bab al post L'onnipotenza delle donne, ma poi ho pensato che l'argomento fosse degno di uno spazio tutto suo.
Mi viene in mente una dichirazione di Lucrezia Lante della Rovere, letta credo mentre ero dal parrucchiere, o in aereo, o all'Associazione Industriali, non ricordo. Diceva che le donne sono abituate a essere multitasking, riuscendo a fare - e a pensare - più cose contemporaneamente. Questo, al contrario degli uomini, che trovano difficoltà a rispondere a una domanda tipo: "Fuori c'è il sole?" mentre si stanno facendo la barba. L'esempio che riportava Lucrezia Lante della Rovere riguardava il mondo del lavoro. Se una donna, impegnata in una riunione, riceve una telefonata dal marito che le chiede una qualsiasi informazione (che ne so, dove sono i pannolini, oppure: "È confermata la cena di stasera?"), la donna è in grado di rispondere sottovoce, velocemente ed esaustivamente. "I pannolini sono in camera dei bambini, nella prima anta dell'armadio, secondo ripiano, accanto alle salviettine, sopra gli asciugamani". Se però chiamiamo un uomo durante una riunione, la sua risposta classica è: "Adesso non posso: ne parliamo dopo". A dire il vero, molte mie coetanee hanno imparato ad essere più maschili in questo senso, ma c'è sempre una resistenza, una sorta di fatica a fregarsene completamente. Per cui mi è capitato di telefonare a qualche amica impegnata sul lavoro e sentirmi dire: "Scusami, sono in riunione, ti chiamo dopo." Ma poi, ecco il richiamo della natura, e aggiungono: "Era qualcosa di importante?".
Sicuramente l'uomo non ha la stessa rapidità di cambiare schema mentale che ha la donna. Se un uomo sta guardando una presentazione in power point durante una riunione, poi ha bisogno di almeno un quarto d'ora per dedicarsi ad altro. La donna invece riesce a tenere viva la concentrazione sul power point, e contemporaneamente ad aprire la finestra mentale dell'armadio di casa che contiene i pannolini.
Quindi è vero che secoli di evoluzione hanno portato la donna a saper fare tutto, e bene. Fra l'altro questa la possiamo vedere anche come una bella opportunità che l'uomo ci ha dato. Non c'è mai da lamentarsi quando si parla di miglioramenti. Il problema è che poi il divario è diventato enorme. Cioè, oggi siamo all'ABC. O meglio, l'uomo è all'ABC, mentre la donna si è fatta tutto l'alfabeto. Ma io non riesco a godere di questo fatto. Non riesco a essere felice considerando l'ipotesi di essere migliore di un uomo. Piuttosto, mi piacerebbe che si evolvesse anche lui. Che sapesse fare tante cose e bene. Che non ci fossero più muri di diverse competenze a seconda del sesso. Insomma, è ora che migliori anche l'uomo, che impari ad essere più autonomo anziché comodamente servito.
Citando la Littizzetto, quando un uomo ci chiede dove sono le sue scarpe, non dobbiamo fare l'errore di andargliele a prendere (comportamento tipico della donna d'altri tempi), ma nemmeno quello di dirgli dove sono (comportamento della donna d'oggi). Dovremmo semplicemente rispondere: "Dove potrebbero mai essere le tue scarpe? Hai provato nel frigo?" Perché, se ci fate caso, nove volte su dieci gli uomini formulano queste domande senza nemmeno aver fatto prima un tentativo di ricerca. "Hai visto il mio orologio?" non significa: "È da stamattina che cerco il mio orologio, ma non c'è verso di trovarlo", ma significa: "Non ho voglia di fare una cosa così faticosa come cercare di ricordarmi dove ho lasciato il mio orologio, lo puoi fare tu per me?"
Dai, è facile! È solo una questione di allenamento. Cominciamo dai più piccoli: se non trovano più un loro giocattolo, si dovranno abituare a non giocarci più. Oppure, se ci tenevano, impareranno a cercarlo da soli.
Nessuna pietà.
Credo rientri in questo argomento anche la differenza di resistenza al dolore e alla malattia, a partire dal raffreddore.
RispondiEliminaSecondo me non è questione di evoluzione ma di furbizia. Sanno che siamo votate all'accudimento, povere dementi che siamo, e quindi ne approfittano. Per quale motivo dovrebbero sforzarsi di trovare l'orologio quando noi sicuramente sappiamo dov'è? La domanda che dovremmo farci secondo me è: perchè sappiamo sempre dove sono tutte le cose, anche le sue? Perchè siamo sfibrate dalla mania di controllare tutto e tutti, in primis lui. Io penso.
RispondiEliminaAllora, intanto, quando parlavo di evoluzione, intendevo quella delle donne. L'uomo casomai si è involuto nel tempo, perdendo anche quelle minime competenze che gli appartenevano. La classica associazione donna-casa-bambini e uomo-lavoro-bricolage, oggi è diventata: donna-casa-bambini-lavoro-bricolage e uomo-. Cioè, non è che nel frattempo l'uomo abbia sviluppato altre competenze. Semplicemente lo vediamo regredire sempre più verso uno stadio infantile, che stimola il nostro atavico e naturale senso di accudimento. Perché siamo così dementi da voler controllare sempre tutto? Forse perché non siamo affatto sicure di poterci rilassare completamente. Voglio dire: alla vigilia della fine del mondo, siamo sicure che un uomo ci salverà? Non molto. Meglio stare in guardia.
RispondiEliminaIo vivo da sola e non so mai dove sono le mie cose quindi penso di essere un attimino indietro dal punto di vista evolutivo. Ma se mai dovessi evolvermi, e poi anche un giorno vivere con qualcuno di sesso maschile, mi riprometto di non sapere mai dove sia finito il suo filo interdentale per spronarlo all'evoluzione (e soprattutto rilassarmi).
RispondiEliminaSenti, e quegli uomini che dicono che vorrebbero fare i casalinghi e occuparsi dei figli mentre la compagna va al lavoro? Ce ne sono e a me francamente fanno paura...
Più che di parità, si tratta di disparità al contrario. Il problema non è per nulla risolto. Ti immagini tornare a casa e trovare il tuo uomo che piange guardando Dirty Dancing dopo aver messo a letto i bambini? Va bene la scoperta del lato femminile, ma c'è un limite a tutto. Non possiamo semplicemente tutti fare un po' di tutto?
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