Per restare in tema di madri e di supermercati, noto un altro inquietante particolare sul binomio donna-fare la spesa.
Su un cavalcavia campeggia da anni un cartellone che pubblicizza il nome di un noto supermercato. I creativi pubblicitari, probabilmente guidati dall'esperta mano del direttore delle vendite del supermercato stesso, adattano periodicamente il contenuto del messaggio, che vediamo di volta in volta addobbato per le feste natalizie, dorato per il centenario dalla nascita, denudato per l'estate, ecc. Questa volta hanno osato di più: da un po' di giorni è comparsa la faccia di un bambino che ride, e ridendo dice: "Mamma! Non correre, che tra 100 metri c'è il supermercato XXX!"
Ora, tralasciamo il fatto che un bambino di 5 anni difficilmente mostra entusiasmo all'idea che a 100 metri ci sia un supermercato (anzi, il più delle volte i bambini vedono con terrore l'idea di finire incastrati in un carrello per tutta la durata della spesa dei genitori). La cosa che mi lascia perplessa è sempre la stessa: perché "Mamma non correre"? Perché non "Papà"? O "Nonno", o "Nonna"?
Se con grande apertura mentale siamo arrivati ad accettare il fatto che anche le donne possano giudare una macchina e perfino andare veloci, perché poi dobbiamo rovinare tutto facendole fermare al supermercato su richiesta dei figli?
Come nel caso della precedenza alle casse, anche qui si dà per scontato che la spesa, soprattutto quella con i figli, la facciano solo le donne.
Arrivo da te, per caso, su indicazione di un'amica. Mi unisco con piacere ai tuoi sostenitori, perchè mi piacciono le tue osservazioni su questa nostra assurda realtà.
RispondiEliminaI supermercati, se frequentati con bimbi piccoli, sono ad ogni modo delle vere giungle: vuoi per gli avventori, che sembrano non avere null'altro da fare che valutare i metodi educativi del genitore presente, vuoi per quella miriade di cavolate che vengono posizionate alle casse. Il supermercato sotto casa ha aggiunto all'esposizione di cioccolate e dolciumi di ogni sorta anche paste da modellare, colori e tutto ciò che può piacere ad un bambino dai 2 anni in su, sicché uscirne illesi diventa un'impresa sempre più difficile.
A presto, Sabrina
Il motivo per cui in genere tutti i bambini piangono alle casse è proprio questo: la lotta con i genitori per infilare nel carrello gli espositori interi. Così, allo sguardo di disapprovazione degli altri componenti della fila, si aggiunge quello del direttore del supermercato, secondo il quale ogni madre dovrebbe permettere al figlio di sostituire i pasti della giornata con gli snack della cassa.
RispondiEliminaCi riconosceremo in qualche supermercato :)
No dai. Speriamo piuttosto di incontrarci al parco. Ciao
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