lunedì 1 novembre 2010

Feste e festini

No, d'accordo, non vi parlerò di politica. Ma che ci posso fare se è fonte costante di ispirazione per questo blog? Faccio solo una premessa personale: io adoro le feste. Mi piace stare in mezzo alla gente, anche sconosciuta. Mi piace mangiare e mi piace ballare. Mi piace fare conversazione. Anche a infimi livelli: posso parlare del tempo, di shopping, di niente. Mi piace il vino. E una volta mi piaceva anche flirtare con qualche bel soggetto presentato da un'amica o incontrato per caso. Il diritto al divertimento dovrebbe essere costituzionale. Tutti i partecipanti alle feste in cui c'ero anch'io erano come me: avevano la stessa paritaria voglia di passare una bella serata. Senza secondi fini. O magari qualcuno ce l'aveva il secondo fine. Magari qualcuno ambiva a continuare i festeggiamenti nel letto di casa sua, o in macchina, o in boschetto. Ma va bene anche questo, no? Non faremo mica i bacchettoni? Il punto è che erano sempre feste gioiose. Non c'era disperazione. Disperazione? Perché associare questa parola a una festa? Perché in certi ambienti le feste si fanno tra persone gioiose e persone disperate. E allora si perde il concetto di parità. La parità tra uomini e donne ovviamente. Perché le donne, in questi casi, sono sempre la parte più debole. Queste donne partecipano a queste feste con un credito da riscuotere. E per fare questo indebitano loro stesse. Possiamo anche non parlare di prostituzione. Ma il confine è sempre molto labile. Si parla sempre della mancanza di libertà che le donne hanno di raggiungere i propri obiettivi come potrebbe fare un uomo. E poi d'accordo, c'è il fatto che molte donne scelgono la strada più facile, che molte rinunciano a lottare ancora prima di iniziare, che molte hanno perso il rispetto per se stesse e il senso della moralità. I casi sono mille. Ma cavolo, a un certo punto una si stufa pure di aspettare! E allora leggo un post di Concita De Gregorio (per la cronaca, unico direttore donna di una testata nazionale), che si chiede che cosa penseremmo se la Merkel, al termine di una faticosa giornata di lavoro si intrattenesse con quaranta adolescenti maschi gigolò. Confesso che quando l'ho letto mi è venuto da ridere e ho pensato: beata lei. Ma sarebbe normale? 
Ipotesi 1: no, non sarebbe normale perché è una donna, e le donne non possono fare queste cose.
Ipotesi 2: no, non sarebbe normale perché sarebbe sbagliato anche nel caso di un uomo.
Ipotesi 3: siamo sicuri che la Merkel troverebbe quaranta uomini con la stessa facilità con cui Berlusconi riesce a trovare quaranta donne?
Tutte e tre le ipotesi dovrebbero farci riflettere. Lo so, questo post non fa ridere. Pazienza.

2 commenti:

  1. Ipotesi 4: no, non sarebbe normale poichè, oltre ad essere donna, ricopre un ruolo politico istituzionale di rilievo.
    Eppure sembra che questo non sia più un freno per certe persone. Anzi. E anche questo dovrebbe farci riflettere.

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  2. Non me l'ha fatto notare nessuno (possibile che non ci sia nemmeno un lettore di destra?), ma devo correggermi: oltre a Concita De Gregorio, c'è un'altra donna direttrice di una testata nazionale: è Flavia Perina, del Secolo d'Italia.

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